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Articolo Uno: "Rientro nel Pd? Molti non ne hanno fatto parte. Non è detto che sia concluso il percorso"

"Le dichiarazioni di fine anno di Massimo D’Alema hanno sollevato non poche polemiche, ma sono state un innesco per iniziare una discussione in merito sia internamente che esternamente alla comunità di Articolo Uno"

Articolo Uno Cesena interviene sul dibattito innescato a livello nazionale che vedrebbe il movimento confluire nel Partito democratico. "Le dichiarazioni di fine anno di Massimo D’Alema hanno sollevato non poche polemiche, ma sono state un innesco per iniziare una discussione in merito sia internamente che esternamente alla comunità di Articolo Uno", viene spiegato.

Dettaglia Articolo Uno Cesena: "Per noi il Partito Democratico è un interlocutore importante con il quale siamo impegnati nella costruzione in vista delle prossime elezioni, su tutti i livelli, di un ampio campo progressista di sinistra. Articolo Uno continua ad esserci. In primavera arriveremo ad un congresso nazionale, nel quale si definiranno insieme le prospettive future, così come collettivamente è stata presa la decisione a maggio dell’anno scorso di partecipare alle agorà democratiche, condividendo l’utilità di questo spazio partecipato per affrontare temi e contenuti a noi cari, insieme ad altri partiti, associazioni e realtà civili che animano da sempre il nostro territorio. Questo non significa necessariamente che Articolo Uno abbia concluso il suo percorso, con conseguente diluizione nell’attuale Partito Democratico (oltretutto si parla di “rientro”, ma ad oggi buona parte della comunità di Articolo Uno non ne ha mai fatto parte)".

"Siamo nati per fare una cosa più grande - proseguono da Articolo Uno -  per rilanciare un nuovo progetto politico o una federazione di partiti a sinistra. Questi sono i passi giusti: riorganizzare le energie e le proposte seriamente, con stile e capacità politica. Non è il problema della “malattia” del renzismo: il punto è rimettere in discussione sé stessi. Nel frattempo, continueremo a coltivare il nostro piccolo partito e ad essere da pungolo per cercare di dare autonomia, solidità e rigore al nostro movimento, per il nostro futuro all’interno di una federazione di partiti, che rimane al momento la prospettiva migliore. Non possiamo essere determinanti nella formazione di un nuovo progetto politico, se il Partito Democratico non si mette in discussione. Una forza politica di sinistra, per quanto piccola, con le forze che ha, per come la immaginiamo noi deve lavorare sul precariato del lavoro, sulla giustizia sociale, sulla sanità pubblica, sulla scuola pubblica, sulla rivoluzione verde e digitale, sulle disuguaglianze che la pandemia ha radicalizzato. L’animo appassionato non si sfianca perché c’è troppa politica, si sfianca perché c’è poca politica".

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