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Area ex Vivaio, il sindaco: "Si sta finalizzando il progetto di sviluppo. Non ci sarà una piscina termale"

Baccini risponde all'interrogazione del gruppo consiliare “un Bene in Comune”

Il sindaco di Bagno di Romagna, Marco Baccini, interviene sulla questione dell'Area ex Vivaio, sulla quale è stata depositata una interrogazione del gruppo consiliare “un Bene in Comune” che, con la consigliera Alice Buonguerrieri, aveva posto dubbi sul progetto di riqualificazione. "Lo sviluppo del complesso del Centro Sportivo Comunale e dell’area dell’Ex Vivaio è stato oggetto di un concorso nazionale di progettazione, dopo che quest’Amministrazione ha adottato la scelta politica di valorizzare un’area strategica per lo sviluppo dello sport e della ricettività turistica del nostro Comune, con azioni concrete mai adottate prima né parimenti avanzate dalle varie minoranze consiliari - afferma il sindaco - Una scelta sofferta e non facile, che ha richiesto l’adozione di misure concrete conseguenti, quali, tra le altre, la chiusura della piscina coperta ed il finanziamento di un percorso progettuale. Decisioni che sono state oggetto di confronto in sede di Consiglio Comunale, che ha adottato la relativa delibera di indirizzo registrando nessun voto contrario, ma solo l’astensione del gruppo che propone l’interrogazione odierna. Ne è seguito un questionario rivolto alla cittadinanza finalizzato a condividere le scelte progettuali da porre a base del concorso di progettazione, che ha ricevuto la folta partecipazione di 807 cittadini, tra i quali solo 2 si sono espressi a favore di una piscina termale, mentre una maggioranza consistente ha evidenziato la necessità di mantenere attiva la piscina coperta. Il concorso progettuale che ne è seguito ha elaborato proposte coerenti con gli indirizzi indicati deal’Amministrazione, tra i quali si è anche tenuto debitamente conto degli esiti del questionario pubblico.

"Ad oggi, i progettisti vincitori stanno finalizzando il progetto preliminare di sviluppo dell’intero comparto, concentrandosi prioritariamente sull’efficientamento energetico dell’immobile, utile e necessario a garantire il mantenimento e la riapertura della piscina, al fine di renderne la gestione più sostenibile e così superando quell’insostenibilità di costi e manutenzioni condivise anche da tutte le parti politiche. Proprio questo stralcio progettuale è già stato candidato ad un bando PNRR, del quale stiamo attendendo l’esito, mentre gli stralci progettuali relativi alle aree e attrezzature sportive esterne previste nel progetto saranno oggetto di candidatura ad altri e imminenti fonti di finanziamento regionali e europee. Ad oggi - chiarisce Baccini - il progetto non prevede la realizzazione né di una piscina termale né di un parco termale, in quanto ipotesi non fattibili ai sensi della legge che regola la somministrazione e l’uso dell’acqua termale. Questa esclusione non è una scelta voluta, ma bensì dovuta al contesto legislativo di riferimento, per il quale sin dal primo mandato abbiamo interessato la Regione al fine di valutare una modifica alla legge in vigore che allargasse gli usi delle acque termali, segnalando le potenzialità che una simile apertura avrebbe per lo sviluppo e la salvaguardia di tutti i centri termali della regione e non solo di Bagno di Romagna".

"Questa situazione ed i limiti che impediscono di fare scelte progettuali diverse sono state rese note ai cittadini, alle associazioni di categoria e di volontariato che ci hanno interpellato e con le quali abbiamo un rapporto di confronto costante, nell’ambito del quale abbiamo anche evidenziato che la progettazione in corso non esclude comunque di poter integrare il progetto con un parco termale nel momento in cui il contesto legislativo dovesse mutare - sostiene il primo cittadino di Bagno di Romagna - Su quest’ultimo aspetto, ci siamo fatti parte diligente nel segnalare più volte alla Regione il tema in oggetto, anche con incontri a cui hanno partecipato i rappresentanti della Gestione Unica delle Acque ed i tecnici locali, all’esito dei quali emerge che attualmente non sussiste un interesse ne pubblico ne privato a livello regionale a modificare il testo di legge in vigore, ciò che ci pone anche l’interrogativo di come le associazioni di categoria si rapportino con i vertici regionali e degli altri territori".

"Recentemente, abbiamo voluto trattare lo stesso problema in occasione dell’incontro a Bagno di Romagna con il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, competente per materia, che abbiamo sollecitato a valutare una riforma nazionale del settore termale, nella direzione di ampliare l’uso delle acque termali e di uniformare la relativa legislazione a livello nazionale. D’altra parte, in questo ambito di intervento è necessario anche considerare la peculiarità della risorsa termale, al fine di tutelarne la unicità e la rilevanza territoriale, senza che eventuali revisioni di uso ne possa pregiudicare l’esclusività. Ora - conclude Baccini - tornando all’interrogazione alla quale si risponde, senza volontà polemica ci sorge l’interrogativo sulla evidente tardività delle richieste avanzate, quando in fase partecipativa invece nulla di tutto ciò era emerso".

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