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Anziani non autosufficienti, Lega: "Servono risposte urgenti e concrete"

"Non tutti gli anziani hanno la necessità di entrare in strutture permanenti. Nella gran parte dei casi sarebbero sufficienti strutture intermedie riabilitative, indispensabili dopo un infortunio"

“Non servono nuove risposte, ma risposte urgenti e concrete. L’assessore al welfare Carmelina Labruzzo, in un’intervista, ha espresso valutazioni inadeguate, a nostro avviso, a esigenze della comunità che non sono certamente inaspettate o straordinarie. L’allungamento dell’aspettativa di vita è un fenomeno noto. Conosciuta è anche l’evoluzione della famiglia. Dai nuclei complessi che svolgevano anche il compito di rete sociale per i famigliari anziani, disabili, malati, siamo arrivati a una maggioranza di famiglie di persone sole, sempre più spesso anziane". Lo affermano in una nota i consiglieri del Gruppo della Lega.

"Non tutti gli anziani hanno la necessità di entrare in strutture permanenti. Nella gran parte dei casi sarebbero sufficienti strutture intermedie riabilitative, indispensabili dopo un infortunio e l’uscita dal ricovero ospedaliero, per riportare il soggetto a un livello di autosufficienza tale da consentire il suo ritorno a casa, a una vita ancora attiva o parzialmente attiva. La nostra regione è, al contrario, carente di strutture di questo tipo, mentre per esempio Lazio e Veneto ne sono dotate. Il rischio è che l’anziano, uscito dal nosocomio e non riabilitato in centri specializzati, torni a casa e si riduca a uno stato di invalido, con un surplus di bisogni e di servizi che potrebbero essere evitati. Soprattutto di fronte ai continui tagli che, nella nostra provincia e, credo, in tutta la regione, stanno subendo i servizi domiciliari". 

"Altra cosa - proseguono i consiglieri - sono le persone non autosufficienti a diversi stadi di gravità che necessitano di un posto permanente in una Casa di riposo o in una RSA. Anche in questo caso, la Romagna è in estremo ritardo con gravi ricadute per le famiglie e per gli stessi degenti, con lunghissime liste di attesa e spesso costi insostenibili (a proposito, è vero che è previsto un aumento delle rette?). Le domande a cui dovrebbe rispondere Labruzzo sono quindi altre. La prima riguarda l’errata programmazione regionale, che non ha saputo creare una rete di strutture adeguate per i diversi bisogni, oggi impellenti. Dall’altro lato, Labruzzo ci deve spiegare perché la Giunta di cui fa parte non intenda mantenere la promessa fatta da Lattuca, in campagna elettorale, di una nuova, indispensabile, casa di riposo. Ci chiediamo, tra l’altro, da dove Labruzzo abbia pescato la proposta di un eventuale riutilizzo del Bufalini che, anche nel caso futuribile di un nuovo ospedale, sarebbe rimandato di anni e anni. Fumo negli occhi. La coperta è corta, per questo è indispensabile dare priorità alla realizzazione concreta di servizi e strutture per aiutare queste persone e le loro famiglie, sollecitando con forza la Regione a investire in un nuovo modello di welfare. Il rischio è che intere fasce di popolazione dell’Emilia-Romagna siano in poco tempo costrette a subire situazioni insostenibili”.

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