rotate-mobile
Politica

Alluvione, Famiglini (Pli): "Non si può vivere nella perenne precarietà"

Assume i toni di una forzatura propagandistica dichiarare, come è stato fatto, che le opere finora realizzate abbiano funzionato in maniera consona.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

Innanzitutto diamo pienamente atto ai tecnici del Consorzio di bonifica di aver gestito in maniera efficace e, oseremmo aggiungere, "creativa" la crisi idraulica della settimana scorsa, manipolando in maniera dinamica, come avevamo suggerito in una nostra precedente nota, i possibili elementi regolatori del sistema di scolo locale. Tuttavia assume i toni di una forzatura propagandistica dichiarare, come è stato fatto, che le opere finora realizzate abbiano funzionato in maniera consona. Il by-pass di Zadina, il quale avrebbe dovuto richiamare ed assorbire le portate della piena proveniente da monte, in sostituzione della capacità di scarico rappresentata dallo sbocco del porto canale, dirigendole verso mare, non solo non è riuscito a scaricare l'acqua di scolo in maniera adeguata ma addirittura è stato ripetutamente chiuso per evitare che alle acque contenute nei canali di pianura si aggiungessero in maniera insostenibile quelle montanti dal mare, producendo una evidente disfunzione rispetto all'equilibrio di stoccaggio che il porto canale ha garantito negli ultimi anni, anche grazie alle opere di arginatura compiute (anche se ancora parziali), tra flusso delle acque verso mare e riflusso verso monte.

Da questo punto di vista si ravvisa platealmente il fallimento della foce alternativa di Zadina che nei fatti non ha rappresentato più il salvifico sbocco a mare del nostro reticolo di scolo ma anzi quasi l'elemento occlusivo di un sistema che invece di drenare acqua ne aumentava il volume contenuto nei canali a tal punto da provocarne l'esondazione. Per evitare il peggio è stato coraggiosamente violato il secondo pilastro su cui si regge tutto il teorema relativo al nuovo sistema di bonifica locale, ovvero è stato rotto l'isolamento idraulico del porto canale con l'apertura delle paratoie del Ponte del Gatto, assumendosi però il rischio che, in caso di avaria delle stesse, sottoposte a sforzo in fase di regolazione, non si potesse più richiudere lo sbarramento di monte con conseguenze catastrofiche per il centro storico nel caso le precipitazioni fossero rapidamente aumentate con porte vinciane chiuse. Allo stesso modo l'utilizzo emergenziale delle idrovore poste nei pressi delle porte vinciane a lungo andare non aumenta la loro affidabilità in fatto di funzionamento e non ci assicura affatto che siano in ogni caso in grado di tappare le falle di un sistema idraulico dalle portate potenzialmente assai elevate. Non è pertanto più il momento, se mai lo è stato, di chiudere gli occhi di fronte al potenziale disastro ma al contrario appare urgente che Stato, Regione, Provincia, Consorzio di bonifica e Comune si muovano con risolutezza, senza mettere la testa sotto la sabbia, per risolvere questo enorme e difficile problema che pende in primo luogo sulla testa dei cittadini di Cesenatico.

Axel Famiglini

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alluvione, Famiglini (Pli): "Non si può vivere nella perenne precarietà"

CesenaToday è in caricamento