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25 Aprile, la senatrice Valdinosi: "Mantenere vivo il ricordo della Resistenza"

"Celebrare il 25 aprile significa tenere vivo e presente nella mente di ognuno il significato della guerra, dell'antifascismo, dei valori di democrazia e libertà che hanno animato oltre 70 anni fa la lotta della nostra gente"

“La memoria del proprio passato è il bene più prezioso di una comunità. Celebrare il 25 aprile significa tenere vivo e presente nella mente di ognuno il significato della guerra, dell'antifascismo, dei valori di democrazia e libertà che hanno animato oltre 70 anni fa la lotta della nostra gente”. Questa la riflessione della senatrice Mara Valdinosi (Pd) che, per la Festa della Liberazione, sarà a Santa Sofia, nell'Appenino romagnolo, “dove tanti partigiani combatterono per riconquistare la libertà: perché voglio celebrare la Resistenza come merita, cioè essendoci, tastando il terreno, respirando l’aria, sforzandomi di immaginare come poteva apparire settant'anni fa questa scena. Ma soprattutto perché voglio sforzarmi di guardare avanti”.

“Spero che il 25 aprile non sia solo un giorno di memoria, ma un'occasione che aiuti le nuove generazioni a capire, che sia per loro un insegnamento per il futuro”, prosegue la parlamentare cesenate. Perché mai come oggi è forte il rischio dell’oblio e della banalizzazione, quando non dell'aperta negazione, della drammatica realtà del nazifascismo e dell’Olocausto”.

I motivi? Da una parte la progressiva scomparsa dei testimoni oculari, dall'altra una società sempre più disattenta e superficiale che reputa un’inutile perdita di tempo soffermarsi e interrogarsi sul proprio passato. “Ma ancor più pericoloso è l’emergere di gruppi giovanili che inneggiano all’odio e alla violenza – aggiunge Valdinosi - richiamandosi anche nei simboli alla barbarie nazista”.

Davanti a questi fenomeni risulta ancor più importante tenere viva la memoria. “E' necessario insistere con i più giovani affinché cerchino di capire per quale ragione ragazzi della loro età, poco più che ventenni, decidessero di salire sulle montagne, abbandonando la famiglia, perché spinti da un ideale”, sottolinea la senatrice. “Per questo ritengo sia fondamentale riscoprire insieme alla memoria le motivazioni della scelta di allora. La lotta partigiana è stata una guerra di liberazione anzitutto contro la criminale violenza fascista e nazista che usava la 'politica del terrore'. Ma è anche e soprattutto una scelta di libertà”.

Per far capire tutto questo la Resistenza non va solo studiata ma toccata con mano. “A Marzabotto, a Tavolicci, a Sant'Anna di Stazzema. Ma anche nei nostri borghi, nei nostri paesini di montagna, nelle campagne in cui i partigiani vennero impiccati e nelle montagne in cui vennero fucilati. Portiamo le scolaresche in questi luoghi – rimarca Valdinosi - spieghiamo agli studenti che senza il sacrificio compiuto da ragazzi come loro tanti anni fa, oggi non avrebbero il bene più prezioso di tutti: la libertà”.

Non si finisce mai di testimoniare la Resistenza e anche oggi ci sono libertà per cui lottare. “Noi non potremo dire di essere divenuti una società libera e democratica fino a quando non daremo una risposta comune ed efficace al dramma dei migranti”, riflette l'esponente dem. “Non potremo dire di meritare fino in fondo il sacrificio di chi combattè per la nostra libertà fino a quando non riusciremo ad aiutare chi viaggia in cerca di libertà, fuggendo da guerre, carestie, oppressioni. Se vogliamo essere testimoni della Resistenza, dobbiamo avere la forza di contrastare ogni tentativo di cancellare, o più banalmente ma pericolosamente, offuscare, la nostra memoria”, conclude Mara Valdinosi. “Dobbiamo essere pronti a difendere la nostra libertà da chi ci attacca e da chi ha in mente di distruggere il nostro modello di società”.

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