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La proposta di Cambiamo: "Gli stagionali del turismo nelle imprese agricole senza manodopera"

"Le imprese turistiche della costa - spiega Alberto Scarpellini, membro del direttivo di Cambiamo - vanno incontro ad un'estate con mille incognite, in cui sarà impossibile lavorare a pieno regime"

"Di fronte a situazioni eccezionali, non ci si può sempre limitare a gestire l'ordinario". E' questa la sintesi del periodico incontro che si è svolto ieri sera (lunedì), in video-chat, tra i componenti della lista civica Cambiamo. Un'occasione per fare il punto della situazione in uno dei momenti più critici della storia della città.

"Il rifiuto di Lattuca di aprire un tavolo straordinario per la gestione economica della crisi come noi chiedevamo - prosegue la nota - dimostra, che la Giunta sta soltanto gestendo l'ordinario, con chiare difficoltà di programmazione del dopo. Lo slittamento delle imposte locali e la gestione dei pochi fondi statali sono palliativi che, forse, possono arginare provvisoriamente l'emergenza, ma che non potranno mai far ripartire un'economia già in ginocchio".

"In questi giorni - recita ancora la nota - i servizi sociali saranno sollecitati da una mole di lavoro notevole, soprattutto per stabilire i criteri con cui erogare i bonus-spesa. Come lista civica vigileremo affinché siano adottati i metodi più corretti e, soprattutto, che le risorse arrivino alle famiglie indigenti nel più breve tempo possibile". 

"Le imprese turistiche della costa - spiega Alberto Scarpellini, membro del direttivo di Cambiamo - vanno incontro ad un'estate con mille incognite, in cui sarà impossibile lavorare a pieno regime. Questo si ripercuoterà inevitabilmente sulle assunzioni che subiranno un taglio significativo rispetto all'estate 2019. Una gran parte degli stagionali, dunque, solitamente assorbita dalle imprese balneari, resterà senza lavoro. D'altro canto, nell'entroterra cesenate, le imprese agricole della nostra provincia, benché pesantemente colpite dalla gelata della scorsa settimana, già lamentano una preoccupante carenza di manodopera. La maggior parte dei lavoratori, infatti, quasi tutti stranieri provenienti da Romania, Albania e Bulgaria, si trovano attualmente confinati nei loro paesi d'origine senza alcuna prospettiva di poter raggiungere in tempi brevi l'Italia".

"A questo punto - spiega Scarpellini - molti dei dipendenti del settore turistico potrebbero trovare un'occupazione nelle aziende agricole cesenati. Per fare questo, però, occorre che il Comune istituisca una sorta di consolle gestionale in grado, da una parte, di mappare le esigenze delle aziende e, dall'altra, di intercettare i bisogni dei lavoratori. In questo modo, tanta manodopera rimasta senza stipendio potrebbe riciclarsi in un settore diverso ma ugualmente remunerativo. E in questo modo l'impatto economico sull'intera comunità sarebbe quantomeno attenuato e forse, dopo l'estate, avremo qualche giovane in meno a cui erogare il reddito di cittadinanza".

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