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La proposta di Baccini: "Tariffa idrica agevolata per tutti i comuni montani"

Il sindaco di Bagno di Romagna: "Il momento di crisi economica, che impone di mettere in campo ogni soluzione utile al sostegno di cittadini ed imprese, rappresenta l’occasione puntuale per affrontare il tema e dirimerlo"

Tariffa idrica agevolata per tutti i comuni montani: ecco un’altra proposta per contrastare la crisi economica da Coronavirus che il Sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini ha avanzato al Presidente della Regione Emilia-Romagna per sostenere imprese e cittadini della montagna.

"Il momento di crisi economica, che impone di mettere in campo ogni soluzione utile al sostegno di cittadini ed imprese, rappresenta l’occasione puntuale per affrontare il tema e dirimerlo, con il duplice obiettivo positivo di garantire uguaglianza e giustizia, da una parte, e riconoscere risparmi economici dall’altra – scrive il Sindaco nella sua proposta indirizzata al Presidente Stefano Bonaccini. Il tema – precisa Baccini – è quello delle modalità di applicazione della L.R. 25/99 in materia di tariffa agevolata del Sistema Idrico Integrato per le zone montane, in riferimento al quale un intervento di revisione oggi sarebbe tanto più utile e puntuale ai fini del sostegno a cittadini ed imprese nel periodo di crisi che stiamo attraversando.

Nella sostanza, la questione verte sulla mancata applicazione della predetta agevolazione a tanti comuni classificati come “totalmente montani”, in forza di un’interpretazione di ATERSIR, che è palesemente erronea ed ingiusta, tanto da porsi in violazione della stessa Legge Regionale e tale creare iniquità sostanziali tra cittadini ed imprese con medesimi diritti ed interessi legittimi.

 "La questione non nasce oggi – spiega il Sindaco di Bagno di Romagna – ma è già stata portata all’attenzione di ATERSIR, che ha provveduto a precisare che l’applicazione dell’agevolazione tariffaria ex art. 13 comma 2 della L.R. 25/1999, diversamente da quanto prevede la norma, è da ricondurre alla sussistenza di “particolari condizioni di disagio socio/economico”, consistenti nel “più elevato indice di vecchiaia e la più alta percentuale di ultrasessantacinquenni con l’indice di dipendenza economica maggiore”.
Su questa base, l’agevolazione oggi viene applicata solo per i Comuni di Portico e San Benedetto, Premilcuore, Tredozio e Verghereto. Continuo a ritenere che una simile impostazione, fondata essenzialmente su criteri socio/economici – e non sulla base delle fasce territoriali con proprie esigenze di tutela delle zone montane sulle sorgenti e sulle risorse idriche, nonché sulla tipologia di utenza e fasce di consumo – non risponda alla ratio del dettato normativo in parola, con conseguente illegittimità di applicazione della stessa, ma soprattutto ingiustizia e disparità di trattamento.

"Nel rappresentare tale necessità, vado oltre – scrive Baccini – per il caso in cui la proposta non risulti immediatamente attuabile, per fornire anche una soluzione alternativa, seppur sia sempre un ripiego che non eliminerebbe quei caratteri di ingiustizia tratteggiati sopra. L’ipotesi subordinata sarebbe quella di introdurre nella legislazione regionale uno strumento utile per garantire ai Comuni montani specifiche risorse attraverso un sistema che tragga una percentuale della tariffa idrica pagata da tutti cittadini (senza che questa venga aumentata) e la faccia “ritornare” agli Enti montani. Il concetto che ne sta alla base è quello per cui un parte della tariffa idrica venga destinata alla tutela di quei territori in cui la risorsa idrica si produce, ciò che sarebbe utile e necessario sia per la tutela della produzione della risorsa, di cui ne beneficiano tutti i cittadini e le comunità di pianura, sia per la messa in sicurezza del territorio montano, che oggi rappresenta una piaga difficilmente arrestabile se non con azioni concrete, strutturate e rapide". 

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