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Rifiuti, la raccolta oli conquista i cesenati: 8 postazioni ed un bidone più grande

La colonnina di viale IV Novembre, vicino la casa dell’acqua, visto l’elevato utilizzo, è stata infatti sostituita con una di dimensioni maggiori

Potenziata la raccolta differenziata degli oli alimentari a Cesena: la colonnina di viale IV Novembre, vicino la casa dell’acqua, visto l’elevato utilizzo, è stata infatti sostituita con una di dimensioni maggiori. Questa nuova colonnina più grande va ad aggiungersi alle 3 nuove postazioni che recentemente sono state collocate a fianco delle case dell’acqua di San Giorgio e di Case Finali, rispettivamente in via Marino Moretti e via Montaletto (fronte campo sportivo) e in via Pacchioni, nei pressi del supermercato Conad di Ponte Abbadesse.
Con queste new entry sale così a 8 il numero dei raccoglitori di questo tipo presenti a Cesena: oltre a quella di via IV novembre, i 4 già operativi si trovano in piazza della Libertà, via Pier Maria Caporali, via Viareggio (quartiere Oltresavio) evia Chiesa di S. Egidio.

Una raccolta più capillare, comoda e pulita - Prosegue così il progetto, avviato da Hera nell’autunno scorso nei principali Comuni serviti, per ampliare questo tipo di raccolta differenziata, che in precedenza era effettuata principalmente nelle stazioni ecologiche di via A. Spinelli e via Romea, a cui ci si può ancora rivolgere. Gli eleganti contenitori stradali sono stati progettati appositamente per la raccolta degli oli alimentari, cioè gli oli adoperati in cucina, quelli da frittura o utilizzati per conservare gli alimenti nei vasetti (tonno e sottoli). Esclusi, invece, gli oli minerali (come ad esempio, gli oli lubrificanti del motore), per i quali occorre rivolgersi alle stazioni ecologiche. L’olio può essere conferito nei contenitori all’interno di normali bottiglie o flaconi in plastica, chiusi con il loro tappo: non è quindi necessario versare direttamente l’olio nelle colonnine o nei contenitori, superando il rischio di imbrattare/sporcare l’ambiente circostante. Un servizio, insomma, più pulito.

L’olio vegetale usato, un pericolo per l’ambiente - L’olio vegetale, se versato nelle fognature, può provocare danni al sistema di depurazione e alle reti fognarie, causando un importante aggravio al sentito problema dell’inquinamento ambientale. Inoltre, se finisce nell’ambiente o se viene versato impropriamente nell’acqua o nel suolo, anche un solo litro di olio può contaminare seriamente la falda e le acque superficiali, formando una pellicola che ostacola l’ossigenazione dell’acqua. Queste le ragioni per cui smaltire in maniera corretta l’olio alimentare esausto può garantire la salvaguardia dell’ambiente: recuperare questo rifiuto liquido, proprio per la sua natura, è una sfida importante che richiede impegno e collaborazione di tutti i cittadini e degli enti locali.

Ogni anno sono 5 i kg di oli vegetali procapite restituiti all’ambiente come rifiuti - In base ai dati delle stime di fonte ministeriale e del Conoe (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti), sono 280.000 le tonnellate di olio vegetale usato, circa 5 kg procapite (di cui la metà prodotta dai privati cittadini e l’altra metà prodotta dalla ristorazione e dall’industria), che ogni anno restituiamo all’ambiente, specialmente sotto forma di residuo di fritture e inevitabilmente ricco di sostanze inquinanti. Ciò a fronte di 1 miliardo 400mila kg di olio vegetale (direttamente come olio alimentare o perché presente in altri alimenti) immesso al consumo, per un consumo medio procapite di circa 25 kg su base annuale.

Se opportunamente raccolto e trattato, l’olio alimentare può produrre energia o biodiesel - Grazie a questa operazione, l'olio raccolto, opportunamente trattato, viene utilizzato per produrre energia elettrica o biodiesel: con 1.000 tonnellate di olio alimentare è possibile produrre energia elettrica per sostenere i consumi di circa 4.000 abitanti, mentre da un litro si ricavano circa 0,85 litri di biodiesel. Una volta a regime, con questa iniziativa si stima di poter intercettare oltre 3.000 ton/anno di olio alimentare esausto che consentiranno di evitare il consumo di circa 6.000 ton/anno di petrolio equivalente (TEP) e l'emissione in atmosfera di circa 18.500 ton/anno di CO2.

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