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Prevenzione Covid a scuola, cosa fare quando i bimbi hanno sintomi sospetti

Tosse e raffreddore fanno pensare al Coronavirus? Le indicazioni della Regione Emilia Romagna spiegano come comportarsi se i propri figli mostrano sintomi del virus

Gli alunni tornano a scuola, ma rimangono molti dubbi legati all'emergenza Covid da parte dei genitori, in particolare dei bambini più piccoli. In pratica ci si chiede cosa è opportuno fare se un bimbo in età scolare manifesta sintomi sospetti come tosse, raffreddore o febbre.

Alcuni chiarimenti arrivano dalla Regione Emilia Romagna, con l’assessorato alle Politiche per la Salute, e l’Ufficio scolastico regionale (Usr). Sono state infatti redatte le “Indicazioni operative per la riapertura delle scuole e per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Emilia-Romagna”. Documento che è stato inviato ai dirigenti scolastici, coordinatori didattici, responsabili della sanità pubblica, pediatri e medici di medicina generale di tutto il territorio regionale.

Cosa fare se si sospetta un caso di Covid-19

Se si sospetta un caso di Covid-19, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale) valuta se richiedere, con le modalità in uso nella propria Azienda, l’esecuzione del tampone diagnostico.

In caso di esito positivo, il Dipartimento di sanità pubblica avviserà il referente scolastico Covid-19 e l’alunno rimarrà a casa fino alla scomparsa dei sintomi e all’esito negativo di due tamponi, eseguiti ad almeno 24 ore di distanza, seguendo le indicazioni del Dipartimento in merito alla riammissione in comunità. L’alunno rientrerà poi a scuola con attestato del Dipartimento di sanità pubblica di avvenuta guarigione. 

In caso di negatività, invece, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale), una volta terminati i sintomi, produrrà un certificato di rientro in cui deve essere riportato il risultato negativo del tampone.

Nel caso, invece, di sintomatologia non riconducibile al Covid-19, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale) gestirà la situazione come normalmente avviene, indicando alla famiglia le misure di cura e concordando, in base all’evoluzione del quadro clinico, i tempi per il rientro in comunità. Come previsto dalla legge regionale 16 luglio 2015, n.9 – art. 36 (“Semplificazione delle certificazioni sanitarie in materia di tutela della salute in ambito scolastico”) – non è richiesta certificazione medica per la riammissione alla frequenza scolastica, né autocertificazione della famiglia.

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