"Vale & the Varlet" in concerto al Treesessanta
Sabato al circolo Treesessanta di Gambettola appuntamento con la musica di "Vale & the Varlet" dal loro disco "Believer".
Sono due le Vale del duo, quattro mani che suonano piano, violino, theremin, e tutto ciò che si percuote e pizzica di elettrico e due le loro voci. "Vale & the Varlet" sono Valentina Paggio al pianoforte, voce e batteria elettronica e Valeria Sturba al violino, theremin, sample keyboards, effetti d’ogni sorta.
Valentina compone, cuce, disfa e ricompone da tempo, da quando nel 2007 forma Duodeno, in coppia con Luca Savorani alla chitarra. Jermaine Lord Struggle (nato dalla collaborazione con Marcello Monduzzi dei Saluti da Saturno) e Valentina e la corte di Zanzibar sono solo alcuni dei suoi progetti, oltre a tante collaborazioni.
Valeria crea e distrugge suoni, sovrappone, scompone, melone e limone; scivola abilmente dagli OoopopoiooO (duo di theremin e strumenti elettroacustici, con Vincenzo Vasi) alle sonorizzazioni di film muti, dai Musicanti di Braina a John De Leo, al free jazz, alle filastrocche.
“Le Varlets” si incontrano a Bologna per la prima volta, in un’aula della scuola Ivan Illich. Si piacciono, si scrutano ma nulla si dicono per mesi, evaporando timidi saluti fino al giorno del saggio, quando la voglia di parlare diventa incontenibile. Dal giorno seguente il progetto nasce: Valeria agghinda le intuizioni pianistiche di Valentina per creare interi mondi attorno a nuove sonorità, che prenderanno vita dalle quattro mani sui pomelli e sugli strumenti, a sferruzzar melodie in sala parto. Due anni di registrazioni in casa e finalmente esce “Believer”.
Da alcune idee piano e voce di Valentina, le due musiciste hanno destrutturato, ricomposto e plasmato, creando canzoni minimal pop, con l’ausilio di tastiere giocattolo, violini, theremin, minisynth, drum pad, percussioni, effettistica in quantità. Altri brani del disco nascono dalla pura improvvisazione: Valeria lancia un piccolo loop, puntualmente Valentina trova subito la melodia…l’intesa è artisticamente perfetta.
Forte è l’utilizzo della loop station: piccoli anelli che partono a volte da corde pizzicate, da suoni gravi ed elettronici, da un violino suonato a mò di ukulele, oppure da un pianoforte sghembo e saltellante. Ed ogni volta si aggiungono a poco a poco suoni e suonini che vanno a creare un’orchestra formato giocattolo, con la voce cristallina di Valentina che canta e racconta storie surreali, storie di amore, di morte, di alienazione.