A Sarsina appuntamento con la 31esima Sagra della Pagnotta
Le prossime domeniche 22 e 29 marzo si rinnoverà a Sarsina il fascino di una delle più importanti sagre primaverili della Romagna: la Sagra della Pagnotta, giunta quest’anno alla 31esima edizione. L’evento, che richiama nella Città Plautina migliaia e migliaia di turisti, è organizzato dalla Pro-Loco di Sarsina in collaborazione con il Comune e la Banca di Credito Cooperativo di Sarsina. Per l’occasione stand gastronomici e dell’artigianato saranno presenti in Piazza Plauto e nelle vie adiacenti del Centro Storico.
Nello stand gastronomico allestito dalla Pro-Loco di Sarsina sarà possibile gustare il prelibato dolce pasquale accompagnati dalla musica del “piano bar”. Si rinnoverà poi anche quest’anno il concorso “Magna pagnotta”. Durante tutta giornata la festa sarà allietata dalla musica itinerante eseguita dalla Banda "Città di Sarsina". Per i bambini è prevista una specifica animazione a cura dell’Associazione “Giovani Senza Frontiere”.
La Sagra della Pagnotta non è solo cibo e festa, ma è anche Cultura: domenica sarà inaugurata nella Sala del Centro Turistico, in via IV Novembre, l'esposizione di pittura di Christian Giunchi e Giovanni Manzi dal titolo "Mostra di arte sacra": La mostra resterà aperta fino al 6 aprile. Nelle due domeniche della Sagra il Museo Archeologico Nazionale sarà straordinariamente aperto anche nelle ore pomeridiane dalle ore 15 alle ore 19 (chiusura biglietteria alle ore 18:30). Un’ulteriore occasione per apprezzare uno dei Musei archeologici più interessanti dell’Italia Settentrionale, oggetto peraltro proprio in questi mesi di significativi interventi di riallestimento di alcune Sale. Sarà anche l’occasione per visitare l’interessante mostra “Il monumento di Obulacco dalla scoperta ad oggi" costituita dai disegni originali di Traiano Finamore, realizzati durante gli scavi condotti a Sarsina tra gli anni ’20 e gli anni ’30.
LA PAGNOTTA - La pagnotta è un tipico dolce di Sarsina e dintorni, che un tempo s'identificava con la stessa festività pasquale ed allietava anche la tavola dei più poveri. Si cominciava a mangiare, con l'uovo benedetto, la mattina di Pasqua; e si proseguiva a gustarla ai pasti anche nei giorni successivi, sino alla domenica successiva e oltre. Ogni componente della famiglia ne aveva di solito una a disposizione, e non era poco, trattandosi d'una pagnotta di tre-quattro chili. Nelle campagne della media Valle del Savio si preparavano anche in misure più ridotte e in forme cilindriche varie.
L'impasto, a forma di cupola, si lascia lievitare ore e ore, in attesa della cottura, che dovrà avvenire a fuoco lento, nel forno, sopra fogli di carta straccia. Prima, però, va "pennellato" con uova sbattute e superficialmente tagliato in alto perché abbia a "fioccare" bene.
A cottura ultimata (dopo un'ora circa), la pagnotta si presenta nella sua profumata mole marroncina, alta venti centimetri e con un diametro base di quaranta. Un momento delicato e importante è quello ella lievitazione, che necessita di un ambiente caldo a temperatura costante. Anni fa le forme impastate si mettevano, addirittura, a lievitare nel letto, col "prete", il quale non era altro che un vecchio attrezzo di legno ricurvo atto ad impedire alle lenzuola di bruciarsi a contatto col recipiente ripieno di carbone acceso.