Il rapporto fra Cesena e la comunità benedettina: si svela un volume sulle bonifiche di Bagnarola
Nella splendida cornice dell'Aula Magna della Biblioteca Malatestiana verrà presentato venerdì alle 16 il libro di Claudio Riva “Bonifiche Benedettine alla Bagnarola - L'opera dei Monaci di Santa Maria del Monte fra Cesena e Cesenatico”. Oltre all'autore saranno presenti l'assessore alla cultura Christian Castorri, mons. Piero Altieri decano del capitolo della cattedrale, don Gabriele Dall'Ara superiore di Santa Maria del Monte, Gianluca Braschi direttore dell'Archivio di Stato di Forlì – Cesena. Il volume è edito dalla Società di Studi Romagnoli e lo storico cesenate si è avvalso del contributo di Gianluca Braschi e Giulio Zamagni.
Come si evince dal titolo la ricerca riguarda un'ampia fascia di territorio, di oltre mille tornature compreso tra Bagnarola, Ruffio, Sala, Villalta attraversata dal fiume Pisciatelllo, che un tempo completamente paludosa venne poi trasformata in terreno fertile, come si presenta anche attualmente, grazie all'impegno dei monaci benedettini del convento di Cesena. Bisogna andare molto indietro nel tempo, al 1420, quando in due successive donazioni malatestiane di Carlo e Pandolfo questa grande area pianeggiante, ma acquitrinosa e malsana venne donata ai monaci per i loro bisogni di sussistenza. Pur essendo una zona di bassa produttività sarebbe stata più che sufficiente ai fabbisogni alimentari di un piccolo gruppo di monaci, ma questi erano religiosi speciali e, rimboccandosi le maniche, trasformarono, nell'arco di un paio di secoli, quei luoghi in una zona salubre e preziosa da un punto di vista agricolo.
La gestione benedettina terminò nel 1797 quando i terreni vennero confiscati dall'amministrazione napoleonica e venduti a privati. La riscoperta di quel periodo lo si deve alla presenza di due grandi raccolte documentarie relative a quei tempi, una nell'archivio di stato, l'altra presso il monastero benedettino di Santa Maria del Monte. Una storia lunga quattro secoli perfettamente documentata con tanto di mappe, di rendiconti produttivi, di contratti tra proprietari e contadini fino ad una scrupolosa annotazione addirittura dei capi di bestiame ciascuno dei quali aveva un nome proprio. Tutto questo è presente nel volume che si erge come una grande ricerca storica che va molto al di là degli ambiti locali, non per niente viene editata e presentata nel catalogo della Società di Studi romagnoli per dargli l'ampio respiro che merita.
“Con questa produzione – sottolinea l'assessore Castorri – abbiamo dato un valore per la città al nostro archivio che siamo riusciti a mantenere a Cesena. Un archivio non è semplicemente un luogo di vecchie carte, ma memoria viva della città e questo volume, insieme a tutte le attività che abbiamo portato avanti in quest'anno, va in questa direzione”. “Grazie anche ai miei collaboratori – dice l'autore Claudio Riva – abbiamo reso pubblico uno spaccato di vita di un tempo andato sulle nostre terre che tanto ha influenza anche oggi. Non solo un rendiconto di quel periodo, ma al suo interno una ricerca sulla vita vissuta dai contadini, i loro atteggiamenti e anche tante parole e detti romagnoli dei quali si era perso il significato”. “Una terra ricca che grazie ai monaci ha reso e rende produzioni agricole di grande qualità – afferma Daniele Brunelli, imprenditore agroalimentare e sponsor del libro – proprio per questo in primavera uscirà una serie di prodotti agricoli come zucchine, asparagi, cipolle, cavolfiori ed altro con marchio 'Terre Benedettine'.