La residenza dell’artista Marie-Claude Gendron apre allo Spazio Rad’Art
Rad’Art Project è lieto di annunciare l’apertura del progetto di residenza De nos Dévotions / Delle nostre Devozioni dell’artista Marie-Claude Gendron, sabato 7 giugno 2014 dalle ore 18 alle ore 22, presso la frazione di San Romano in Mercato Saraceno. Attraverso una pratica installativa e performativa, Marie-Claude Gendron si interessa alle tematiche del dono, dell’intimo e del sacro.
Per il progetto DE NOS DÉVOTIONS, l’artista canadese ha realizzato dei Tableaux vivant, partendo dal paesaggio fisico ed umano della comunità della valle del Borello, nel Comune di Mercato Saraceno. Con Tableau vivant si intende una pratica artistica ibrida che integra performance, teatro, video e fotografia. Si tratta di un’aggregazione in cui i partecipanti compongono e fissano una scena, una immagine precostituita. Il progetto di residenza si è svolto durante l’intero mese di maggio, coinvolgendo una ventina di persone residenti che sono stati invitati a prendere parte al progetto in qualità di figuranti. L’incorporarsi della figura umana all’interno del tableau vivant è un gesto tramite il quale lo spazio dell’azione diventa territorio. Il corpo umano assume, in un tale contesto, il ruolo di vettore e legante dell’energia della comunità.
In seguito alla raccolta di testimonianze individuali relative al luogo considerato come il più sacro, all’interno della propria località, l’artista ha scelto cinque luoghi simbolicamente pregnanti. All’interno di ognuno dei Tableaux Vivant, l’artista ha tenuto in considerazione la portata sociale ed il carattere storico dei luoghi scelti per inscenare le azioni. Nel Parco della Resistenza di Pieve di Rivoschio, si è svolta al tramonto un’azione commemorativa dei fatti storici del 1943. Il Tableau vivant realizzato presso il Palaband di San Romano, è una testimonianza dell’impegno e dell’energia della comunità costituita dai membri dell’Associazione “Band Selvaggia”. Infine, nella Riva dello Spicchio, nei pressi di Linaro, le presenze all’interno della scena si riferiscono alla forza degli operai e dei contadini. Tali Tableau vivant sono i ritratti poetici del territorio come percepito/vissuto dall’artista.
Figuranti: Alessandra, Adriana, Verdiana, Oscar Graziani, Simona Paladino, Alfredo Maffi, Massimo Maffi, Anton Roca, Cristina Barducci e all’Associazione Band Selvaggia.Riprese video: Bruno DonatiCrediti fotografici: Marie-Claude Gendron, Anton Roca, Simona Paladini
Marie-Claude Gendron . NOTA ARTISTICO - BIOGRAFICA
Tramite la pratica dell’installazione, la performance e dei tableaux vivant, Marie-Claude Gendron affronta i temi del dono, dell’intimo e del sacro. Le “mise en scène” presentate convivono efficacemente con i luoghi scelti e si prestano ad una doppia lettura plastica ed iconografica.
Gendron è consapevole dell’importanza dell’appartenenza e della necessità di inscrivere il gesto performativo in seno allo spazio pubblico. L’artista intende misurare l’impatto del singolo individuo sulla comunità presso la quale interviene. Si tratta di aggirare, anche se in modo minimo, i preconcetti relativi a spazio pubblico e privato. Marie-Claude Gendron prosegue attualmente i propri studi con un master in Arts visuels et médiatiques presso l’Università del Québec a Montréal (UQAM). Il suo lavoro è stato oggetto di presentazioni personali e collettive presso Lieu, centre en arts actuels (Québec), nella Galerie des arts visuels (Québec) e nell’ambito del RIAP 2012 (rencontres internationales d’art performance). Oltre all’impegno dedicato all’organizzazione di eventi performativi autogestiti, Gendron conduce in modo parallelo un’attività di commissario. L’artista ha partecipato a numerose mostre ed eventi a Montréal, Québec, Bordeaux, São Paolo e, ora, in Italia.
Progetto Rad’Art. Osservatorio Aperto 2014
L’esperienza creativa del The Rad’Art Project, per l’anno 2014, parte dalla considerazione di costituirsi in un territorio aperto. Alla stregua delle città dichiarate “aperte” e, quindi, messe preventivamente a riparo dalle conseguenze nefaste di un dato conflitto - si legga crisi economica, istituzionale, politica, sociale e culturale - Rad’Art cede tacitamente il proprio spazio, aprendolo al dialogo, al confronto e all’accoglienza. Un territorio aperto, per preservare il proprio patrimonio creativo e far prevalere le ragioni dell’azione artistica attraverso la residenza, o meglio, l’asilo creativo fornito agli artisti. Nell’ambito dell’azione condotta da The Rad’Art Project, l’dea di territorio corrisponde ad un insieme articolato che integra cultura, comunità di persone e ambiente. Sia in una dimensione locale che internazionale. Concetto utilizzato da Sandro Pascucci durante il seminario Osservatorio inContro del 16/11/2013. Nella logica progettuale di aprire lo Spazio Rad’Art al mondo in modo progressivo, inizia quest’anno il nuovo progetto di scambio internazionale di residenze con il centro culturale Les Bernardes della città di Salt, in Catalogna. Attraverso questo accordo sarà possibile, nel corso del 2014, ospitare un artista catalano e, viceversa, un artista italiano avrà la possibilità di realizzare una esperienza di ricerca nella città catalana. Grazie all’accordo di collaborazione siglato nel 2013 con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, le residenze ospitate presso Rad’Art si aprono agli stage e tirocini degli studenti, che potranno seguire il percorso di ricerca messo in atto dagli artisti invitati.
In seguito all’apertura del recuperato Teatro Dolcini di Mercato Saraceno, avvenuta il 6 aprile, Il Progetto Rad’Art curerà, per tutto il 2014, lo svolgersi di 10 mostre dedicate ai 20 progetti fotografici portati a termine dai ConCorrenti della terza edizione del Workshop fotografico, curato da Anton Roca, ConCorso inContro, come gesto corale conclusivo.