Cesena rende omaggio alla memoria di Luciano Caldari con una mostra antologica
Dal 6 dicembre al 4 gennaio la Galleria Comunale d'Arte del Ridotto il Comune di Cesena rende omaggio al maestro Luciano Caldari, scomparso il 23 dicembre del 2012, con una mostra antologica. La mostra è curata da Francesca Caldari che, dal suo osservatorio privilegiato di figlia, di operatrice del mondo dell’arte, di collezionista delle opere del padre, ha selezionato una serie di opere che abbracciano l’intera carriera dell’artista.
In esposizione una quarantina di dipinti che spaziano dalle prime prove degli anni Cinquanta fino alla produzione degli ultimi anni: ci sono i ritratti, per i quali Caldari è diventato celebre, ci sono alcuni dipinti della serie dei ‘Finestrini’, che raffigurano enigmatici pendolari affacciati da treni in viaggio per chissà dove, c’è il grande trittico intitolato “Il potere”, che raffigura un’aula di tribunale, ci sono, infine, alcune nature morte che vengono esposte per la prima volta: l’artiste le ha dipinte negli ultimi anni e finora erano rimaste nel suo studio, accanto ai pennelli e alle tavolozze che ha usato fino all’ultimo. Proprio una di queste nature morte – un vaso di fiori creato con rapidi tratti di colore – è stato scelta come immagine emblematica della mostra ‘per far scoprire un aspetto inconsueto e meno conosciuto dell’arte di Caldari”, come ha spiegato la figlia Francesca presentando in anteprima la mostra.
Caldari era nato a Savignano sul Rubicone il 13 dicembre 1925. La sua formazione avviene a Bologna, dove frequenta il liceo artistico, diplomandosi nel 1945, e dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti, che poi, per l’irrequietezza del suo carattere, abbandona. A Cesena la sua strada si incrocia con quella di altri due giovani artisti: Giovanni Cappelli e Alberto Sughi. Per un certo periodo lavorano nello stesso studio e condividono le stesse suggestioni, che però li portano a ispirazioni diverse. Nel 1949 si trasferisce a Roma, dove nel 1951 partecipa con alcune opere grafiche a una mostra collettiva alla Galleria Einaudi che vede la presenza, fra gli altri, di De Pisis, Vespignani, Melli. Nel 1951 è a Parigi, dove ha rapporti soprattutto con Lèger, e poi a Milano, dove ha contatti con Morlotti e Birolli, pittori come lui fortemente impegnati nelle tematiche esistenziali.
Alle prove giovanili segue una fase d’impegno militante nella sfera del neorealismo, in cui le sue opere si ispirano a scene della vita di braccianti e contadini. Nel 1956 è presente alla Biennale di Venezia e negli anni a seguire espone in numerose città italiane e dell’Est Europeo. Dagli anni Settanta scegli di trasferirsi sulle colline cesenati, appartandosi dall’ambiente artistico – salvo in occasione di pochissime mostre – ma continuando sempre a dipingere, praticamente fino a poco prima della morte, avvenuta il 23 dicembre del 2012. L’antologica di Luciano Caldari è a ingresso libero,
Orari di apertura:
mercoledì, sabato e domenica: 9-12 /16-19
martedì e venerdì: 16-19
8-25-26 dicembre e 1 gennaio: 16-19
lunedì e giovedì chiuso