Per la festa di San Giovanni ecco l’Happening di Cesena: musica, spettacoli e gastronomia
Si tiene dal 21 al 24 giugno, all’interno della festa di San Giovanni, l’Happening di Cesena, promosso dall’omonima associazione nata all’interno del movimento di Comunione e liberazione. L’appuntamento, che ha cadenza annuale, si tiene ai Giardini pubblici, in via Garibaldi, e si compone di musica, spettacoli, testimonianze, laboratori e stand espositivi e gastronomici. “Un momento per la città – lo definisce Paolo Baldisserri, presidente dell’associazione Happening – nel quale si vuole mettere al centro dell’attenzione l’uomo e la sua domanda di verità, bellezza e bontà di fronte alla vita nella sua integralità: lavoro, affetti e tempo libero”.
All’interno dell’Happening si terranno alcuni incontri – testimonianza. Il primo sabato 21 alle 18 con alcuni testimoni di Avsi, realtà di promozione umana attiva in molti Paesi in via di sviluppo; presente, tra gli altri, Chiara Nava, responsabile Avsi Programma emergenza Libano. Domenica 22, sempre alle 18: “E’ un bene che tu esista. Testimoni di bellezza”: tra le testimonianze quella di Tania Mariani, responsabile della Casa Famiglia dell’associazione Papa Giovanni a Calabrina. Lunedì 23, ancora alle 18, parla l’imprenditore Marco Bernardi di Illumia, sulla sua esperienza di lavoro, e alle 19 Cristina Rossi, insegnante di Modena. L’Happening è anche musica e spettacolo, con appuntamenti in programma alle 21. Sabato terza edizione del “Top talent academy”, sfida dei talenti artistici tra giovani cesenati. Domenica “I want to rock”, tribute band del cantautore americano Johnny Cash. Lunedì, infine, “Poeti romagnoli del ‘900”, letture di poesie di alcuni poeti cesenati.
Sia sabato che domenica, dalle 17.30, giochi e laboratori per bambini. Per tutta la manifestazione funzioneranno stand gastronomici: “Il pesce fa beneficienza”, dell’associazione Orizzonti, e “DaiMò! Tigelleria”, la vera tigella modenese fatta da veri modenesi.“L’Happening testimonia la vitalità della società civile a Cesena – afferma l’assessore alla Cultura e Sport Christian Castorri – L’amministrazione ha tutto l’interesse a favorire iniziative come queste, che valorizzano la città sul piano culturale”. Tema dell’edizione 2014: “E’ un bene che tu esista”, scelto sulla scia del magistero di Papa Francesco. “Il Santo Padre ci ricorda ogni giorno il valore di ogni uomo – conclude Baldisserri – in quanto creatura voluta e amata da Dio. Questo è tanto più urgente affermarlo ora, in una società che fa coincidere il valore della persona con le qualità che essa possiede”. Ecco la testimonianza di Kety Bacolini, 36 anni, residente a Sant’Egidio, mamma di Marco, un bimbo ipovedente che oggi ha 15 mesi, che parlerà domenica 22 alle 18, all’interno dell’incontro “Testimoni di bellezza”.
“Quando io e mio marito Matteo abbiamo scoperto al quinto mese di gravidanza che nostro figlio aveva una malformazione ci è caduto il mondo addosso – ricorda commossa – I medici ci avevano detto, durante l’esame morfologico, che Marco aveva gli occhi più piccoli del normale, e che questo poteva significare che sarebbe nato ipovedente o, peggio, affetto da una rara sindrome che ne avrebbe deformato il volto comportandogli, in generale, gravi conseguenze fisiche. Circostanza, quest’ultima, che non si è verificata. Ci hanno dato tre giorni di tempo per decidere se volevamo interrompere la gravidanza, perché avevamo già superato i termini di legge e occorreva fare presto. Era sabato. A noi è sembrato che si aspettassero addirittura una scelta lì per lì, ma visto il nostro disorientamento ci hanno chiesto di far sapere la nostra decisione entro il martedì successivo. Così io e mio marito ci siamo confrontati. Nell’ecografia avevamo sentito il cuore di nostro figlio battere. Lui c’era, era vivo, e cresceva dentro di me, al di là di quello che dicevano gli altri e pensavamo noi. Così siamo andati avanti. Il cammino, però, non è stato semplice, perché tutto concorre a ridurre il valore della persona alla sua efficienza e alle sue qualità. Le visite dei medici ci colpivano sempre negativamente. I dottori misuravano sempre gli occhi, come se nostro figlio potesse essere ridotto a quel limite. Noi, invece, da genitori capivamo bene che Marco era ed è molto di più. Ringrazio il cielo degli amici che in quel periodo ci sono stati vicini, e ci hanno aiutato a stare in modo più umano davanti a questo fatto. Un giorno un’amica, vedendomi preoccupata, mi ha detto: “Stai tranquilla, Marco sarà un bambino come tutti gli altri. Avrà bisogno di bellezza”. Sul momento ho pensato che Marco, quella bellezza, non l’avrebbe probabilmente neppure mai vista. Poi invece ho capito che era proprio così: il cuore di Marco è come quello di ogni uomo, desidera amare ed essere amato. Avere capito questo, in modo così radicale, mi ha permesso di stare in modo diverso di fronte a tutta la realtà e ad ogni uomo. Il dono di Marco è stato anche questo”.