Hikikomnori, la voce silenziosa del disagio giovanile: incontro a Savignano
Non hanno date sul calendario. Vivono alla giornata. Il loro mondo sono le loro stanze da letto e i loro computer sono le loro finestre. Sono gli Hikikomori, un termine giapponese diventato tristemente familiare anche in Italia. Del fenomeno del ritiro sociale dei giovani e con le loro famiglie si parlerà venerdì 31 marzo alla Sala Allende (Corso Vendemini, 18, ore 20.30) in occasione dell’incontro dal titolo “Ritiro sociale. Voce silenziosa del disagio giovanile”.
L’incontro pubblico, promosso dal Centro per le famiglie dell’Asp del Rubicone e dall'associazione Genitori Hikikomori Italia, sarà introdotto dal Vicesindaco di Savignano sul Rubicone Nicola Dellapasqua, con interventi di Giulia Adorante, psicoterapeuta di Hikikomori Italia, genitori delle province di Romagna, su “In&Out: dentro se stessi e fuori dalla società”, Francesca De Rienzo, coordinatrice regionale Hikikomori Italia Genitori province Romagna e Nadia Gentili, coordinatrice provinciale, su “L’associazione Hig: il ritiro sociale dal punto di vista delle famiglie”.
“La comunità può fare moltissimo per il singolo, noi possiamo fare molto per i nostri ragazzi, anche solo per uno solo di loro – afferma il Vicesindaco di Savignano sul Rubicone Nicola Dellapasqua -. Questo incontro è un importante momento di condivisione, perchè sapere di non essere soli davanti a un problema è il primo e più importante passo per risolvere quel problema. Il tema delle giovani generazioni ci riguarda tutti, invito I cittadini a partecipare per conoscere”.
Hikikomori significa letteralmente “stare in disparte”: sono i ragazzi isolati, che tagliano fuori il mondo e la realtà dalle proprie camere. In Italia sono oltre 100mila ma si tratta di un fenomeno sommerso e potrebbero essere molti di più. È un fenomeno che riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, principalmente maschi (tra il 70% e il 90%), anche se il numero delle ragazze isolate potrebbe essere sottostimato dai sondaggi effettuati finora. Vivono un disagio adattivo sociale, comune denominatore nei paesi economicamente sviluppati del mondo.
L’ingresso è libero.