L'eutanasia portata in scena al teatro Petrella con lo spettacolo "L'anarchico non è fotogenico"
È il primo capitolo della trilogia "Tutto è bene quel che finisce bene (tre capitoli per una buona morte)" e affronta un tema proprio in questi giorni alla ribalta della cronaca nazionale: quello del fine vita. Con "L’anarchico non è fotogenico" venerdì 3 marzo arriva sul palco del teatro Petrella di Longiano il duo Roberto Scappin e Paola Vannoni, ovvero la compagnia Quotidiana.com, basata a Poggio Berni e con alle spalle un lungo percorso di produzioni teatrali.
Su una scena ridotta all’essenziale due cow-boy, poi improbabili danzatori, si affrontano in una partitura dialettico-gestuale dall’efficacia penetrante, incisiva, politica, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo, complice un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso. Il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con le eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura. Epicentro della drammaturgia è il dialogo, spesso sul bordo del non sense ma da cui spuntano come squarci frammenti di quotidiano strazio. Una sofisticata clownerie intellettuale, un gioco verbale alle soglie dell'assurdo.
"L’anarchico non è fotogenico" è una produzione Quotidiana.com, Armunia, con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con La Corte Ospitale/progetto residenziale.