Claudio Ballestracci in un dialogo su progettazione visiva e installazioni
Domenica 12 ottobre negli spazi di Corte Zavattini 31 si tiene un incontro con Claudio Ballestracci, già protagonista della mostra presente in galleria, Opus Incertum – un evento organizzato nell’ambito della 15^ Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI. Per l'occasione si tiene la presentazione del libro "Con mano che vede". Appuntamento alle 18.00.
L’artista dialoga con Roberta Bertozzi intorno ai temi della progettazione visiva e installativa, a partire dal libro che raccoglie gli interventi da lui realizzati per diverse case museo e luoghi pubblici.
Ventuno allestimenti accompagnati da altrettanti racconti grazie ai quali ogni progetto prende a esistere davanti agli occhi del lettore. A disvelarli le riflessioni e le considerazioni che Claudio Ballestracci, vigile esploratore di storia e storie della cultura, ha costantemente messo in parola durante il suo itinerario ideativo e progettuale.
Classe 1965, Claudio Ballestracci vive e lavora a Longiano. Il cuore della sua ricerca consiste nel vivificare il fattore apparentemente inerte della materia (frequente l’uso del metallo) attraverso processi tecnici elementari: la luce, l’elettricità, la simbiosi alchemica con elementi composti e naturali. L’oggetto ritrovato è la materia prima per elaborare l’immagine, così come un luogo o un edificio sono fonte di ispirazione originaria. Le immagini prodotte sono quasi sempre attraversate dalla luce: nella trasparenza dei raggi filtrati dalla cera e dal cotone, dalla resina e dall’acqua si svelano concetti vividi trattenuti dentro strutture inerti, nella commistione fra organico e inorganico. Le opere, spesso caratterizzate da una dichiarata obsolescenza, sono contrassegnate da una matrice comune, la rovina, nel segno della caducità e della memoria. Ha esposto in Italia e all’estero.