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Bar e ristoranti? "All'esterno anche d'inverno, boom dei take-away". Dehor, c'è la proroga fino a fine anno

L’assessore Luca Ferrini ha rimarcato che il suolo pubblico non tornerà gratuito per i pubblici esercizi come durante il Covid

 Da un lato aumentano i ristoranti, in specie take away ed esercizi più ibridi  anche per le facilitazioni tributarie di cui beneficiano,  e calano i bar tradizionali anche nel territorio cesenate, dall’altro gli spazi  all’esterno dei pubblici esercizi - i cosiddetti dehors - sono tra i più amati e utilizzati dagli italiani e anche dai cesenati. 

Sono alcune delle ampie e per certi versi sorprendenti risultanze della tavola rotonda di Fipe Confcommercio cesenate ‘I dehors nel post pandemia: dall’occupazione di suolo al progetto di spazio pubblico”, a cui sono intervenuti il vicedirettore nazionale di Fipe Confcommercio Luciano Sbraga e il professor Luca Tamini di Urbanistica al Politecnico di Milano dipartimento di Architettura e Studi Urbani. Si è collegato anche Matteo Musacci, presidente Fipe Emilia Romagna.

“La fruizione dei dehors è aumentata anche d’inverno con i clienti che anche d’inverno preferiscono luoghi aperti con i funghi riscaldatori - ha messo in luce Sbraga -. Da un’indagine di Fipe effettuata su mille clienti, anche del territorio ceseneate, emerge il cambiamento del modo di consumare e anche del volto delle nostre città. Il 64% degli interpellati preferisce occupare nei pubblici esercizi spazi all’aperto perché “fuori è più sicuro e più bello” e la luce naturale dà l’illusione di essere in vacanza. Mentre nel corso della pandemia lo spazio domestico è stato l’unico ad essere percepito come sicuro, il fulcro delle città post covid è lo spazio pubblico e la sua valorizzazione. Lo spazio pubblico deve essere uno strumento di rigenerazione urbana non solo in termini economici ma soprattutto in termini di qualità delle città e della vita dei cittadini e il tal senso i pubblici esercizi devono essere visti come una risorsa e non come un problema. C’è bisogno di progetti condivisi, di collaborazione e non di contrapposizione”.

Il professor Tamini ha presentato una serie di best pratiche nella progettazione del suolo pubblico (“Il termine occupazione è tremendamente riduttivo, bisogna parlare di progettazione”) che investe l’immagine urbanistica della città avviate in comuni nazionali ed esteri, a partire da Bruges, ma anche a  Torino, Milano, Reggio Emilia ed altri del Belpaese, in cui la progettazione degli spazi esterni dei pubblici esercizi è stata un’occasione privilegiata per migliorare il decorso del centro storico.

Il confronto è sceso di più nell’attualità cesenate con gli interventi dell’assessore allo sviluppo economico del comune di Cesena Luca Ferrini, dei sindaci di Bagno di Romagna Marco Baccini  e di San Mauro Pascoli Luciana Garbuglia e della coordinatrice dell’Ufficio Attività produttive del comune di Cesenatico Lara Brighi. Gli abachi con le nuove regole, fra i quali quello o Comune di Cesena già consegnato alla Soprintendenza alle belle Arti di Ravenna, non entrerà  in vigore e proprio lo stesso giorno della tavola rotonda è intervenuta una ulteriore proroga che fa slittare i termini a fine anno. Ci sarà dunque tempo per un ulteriore confronto con la Soprintendenza ch, non ha partecipato al convegno. E’ lei che dispone  e ha la parola finale e le maglie non sono larghe, hanno convenuto i quattro amministratori, e l’orientamento adesso è che venga ridotta la sua competenza alle parti più esclusive e preziose del centro stato il profilo della monumentalità che, per quel che riguarda  Cesena, ha specificato l'assessore Ferrini, riguarderebbe le piazze del Popolo, Almerici e Guidazzi.

Tra il pubblico è intervenuto Marco Casali, esponente di Fratelli d'Italiaa, per mettere in luce la necessità di tutelare i pubblici esercenti e di non prevedere tra le regole dell’abaco una eccessiva costrittivi con l’omologazione nei dehors togliendo creatività e libertà ai pubblici esercenti”. L’assessore Luca Ferrini ha inoltre rimarcato che il suolo pubblico non tornerà gratuito per i pubblici esercizi come durante il Covid (“significherebbe danneggiare i locali senza spazio esterno disponibile e in ogni caso il suolo pubblico va pagato”)  e ha sottolineato che di fronte alla proliferazione di pubblici esercizi in centro storico, l’amministrazione comunale, pur avendo le prerogative per farlo, non porrà il blocco istituendo il  numero chiuso.

“Il convegno - hanno messo in luce il presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani e il presidente Fipe Confcommercio cesenate Angelo Malossi - è stata una ennesima dimostrazione di come le nostre associazioni e le imprese voglio giocare un ruolo di primo piano anche attraverso la progettazione su spazio pubblico di  dehors all’altezza per migliorare il decoro del centro storico. Nel convegno è stata citato un bellissimo aforisma di Shakespeare: ‘Che cosa sono le città, se non le persone’? Questo è il punto da cui partire: per Confcommercio e Fipe Confcommercio la prima sostenibilità è salvaguardare e migliorare la vita e delle persone, fulcro delle città, attraverso il lavoro e congiuntamente la salvaguardia dell'ambiente e dei monumenti”.

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