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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Sos di Confcommercio: "Anche nel Cesenate crescono le imprese chiuse e a rischio chiusura"

Patrignani: "Molte serrande abbassate potrebbero non rialzarsi quando verrà loro concesso, la capacità di resistenza è al limite"

"Non c'è più tempo da perdere. Occorre ripartire subito. È ormai evidente l’insostenibilità economica e sociale del ricorso al modello del “più chiusure”. Si deve pianificare una campagna di vaccinazione celere e capillare che si completi in tempi brevi e consentire riaperture in sicurezza". Lo afferma il presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani. 

"I dati parlano chiaro: anche nel cesenate crescono le imprese chiuse e a rischio chiusura che sono circa 300mila nel Paese, 240mila delle quali come conseguenza diretta della crisi di reddito e liquidità. Molte serrande abbassate potrebbero non rialzarsi quando verrà loro concesso, la capacità di resistenza è al limite.Tutti gli errori sono ricaduti sulle attività giudicate “non essenziali”, ma che invece sono “essenziali” perché rappresentano quel 90% di imprese che sorreggono il sistema economico e del welfare.Non comprendiamo i motivi per i quali, ad esempio, i ristoranti non possono lavorare garantendo le distanze di sicurezza e osservando i protocolli sanitari. O perché i negozi di abbigliamento non sono ricompresi tra le attività essenziali. Così come i mercati che svolgono tra l’altro la loro attività all’aperto".

"Quando gli strumenti di salvaguardia e gli ammortizzatori sociali messi in campo saranno rimossi - aggiunge Patrignani -, gli effetti della pandemia sulla tenuta del tessuto economico saranno devastanti e l’impatto sui settori maggiormente colpiti sarà tragico, con forti ripercussioni sulla tenuta sociale e sulla vivibilità delle nostre città. Per scongiurare questo scenario chiediamo con estrema decisione ad ogni livello istituzionale che venga subito data la possibilità di riaprire a tutte le attività oggi costrette alla chiusura (commercio al dettaglio, sia in sede fissa che ambulante, ristorazione e attività sportive, culturali e di intrattenimento) nella convinzione e consapevolezza che ogni impresa di questi settori sia in grado di garantire l’assoluto rispetto di tutte le disposizioni sanitarie previste dalla normativa anti Covid".

"Con il Decreto “Sostegni” - mette ancora in luce Patrignani - sono state stanziate risorse pari a circa 11 miliardi di euro ma i soggetti interessati sono nell’ordine di 3 milioni ed il ristoro medio si stima sarà di circa 3700 euro: una goccia nel mare delle perdite. È necessario quindi garantire ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi e più tempestivi, con meno cavilli burocratici eliminando ad esempio, vista la drammaticità del momento, la necessità della regolarità del Durc. Così come è urgente procedere con moratorie fiscali più ampie, con esenzione del pagamento della Tari per le imprese limitate nella loro attività e con la proroga della moratoria sui prestiti bancari. Non possiamo più aspettare: occorre aprire subito, i problemi stanno altrove e siamo stanchi di essere il capro espiatorio di questa situazione

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