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Economia

Settore costruzioni, la pandemia ha annullato la cauta ripresa di un mercato in crisi da anni

Dopo la forte ricomposizione imprenditoriale degli ultimi anni, risulta sostanzialmente stabile al numerosità delle imprese

Dal punto di vista congiunturale, la pandemia ha annullato la cauta ripresa di un mercato in crisi da anni. Dopo una chiusura d'anno in frenata, in linea con le aspettative di uno scenario caratterizzato dagli effetti della pandemia, i risultati in terreno positivo che si intravedono nei primi mesi del 2021 sono trainati principalmente dai lavori “incentivati”. Dopo la forte ricomposizione imprenditoriale degli ultimi anni, risulta sostanzialmente stabile al numerosità delle imprese. Con l'analisi dei dati 2020 inerenti la struttura e l'andamento dell’importante settore edile nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, prosegue l'attività di Osservatorio economico territoriale della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini dopo la pubblicazione del “Rapporto sull'Economia 2020 e scenari” dello scorso marzo.

Il settore delle costruzioni in provincia di Forlì-Cesena

In provincia di Forlì-Cesena, al 31/12/2020, si contano 5.551 imprese edili attive, pari al 15,3% del totale (16,4% in Emilia-Romagna e 14,5% in Italia), con solo 2 imprese attive in meno sono pressoché stabili rispetto al 31/12/2019 (+0,3% in regione e +1,0% a livello nazionale). In calo del 2,3% le imprese dedite alla “costruzione di edifici” (22,4% delle imprese edili) mentre sono in aumento dello 0,6% quelle dei “lavori di costruzione specializzati” (76,3%) e del +2,8% le imprese attive di “ingegneria civile” (1,3%).

Quasi la totalità delle imprese attive provinciali delle costruzioni (il 96,8%) ha una dimensione media di 1,5 addetti; il 3,0% delle imprese ha una dimensione media di 18,8 addetti e le restanti sono grandi imprese più strutturate. Il 68,1% delle imprese attive edili è costituito da ditte individuali, mentre le società di capitale sono il 16,4%. Inoltre l'81,9% delle imprese attive è artigiana.

Gli stranieri rappresentano il 19,5% degli imprenditori del settore delle costruzioni; essi sono principalmente albanesi (37,2% del totale imprenditori stranieri del settore), rumeni (14,5%) e tunisini (12,0%). Il 69,7% degli stranieri ha meno di 50 anni contro il 41,9% degli italiani.

Il settore delle costruzioni ha generato nel 2019, secondo gli scenari Prometeia di aprile 2021, il 5,0% del valore aggiunto provinciale a prezzi concatenati (in regione pesa il 4,0% e in Italia il 4,4%). L'incidenza del settore risulta in aumento negli anni successivi nonostante per il 2020 sia stimata una variazione negativa del 3,3% come conseguenza della pandemia da Covid-19.

Dalle indagini sulla congiuntura condotte nel 2020 presso le imprese della provincia di Forlì-Cesena operanti nel settore delle Costruzioni emerge un andamento negativo (-3,7%) del volume d'affari (fatturato) – elaborato come variazione media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 precedenti – meno accentuato di quello regionale (-6,3%).

Secondo i dati forniti dalle Casse Edili operanti in provincia, riferiti all'annata edile 2019-'20, aumenta il totale dei dipendenti per i quali sono stati fatti versamenti presso tali organizzazioni (+7,0% rispetto alla precedente annata) ma diminuiscono del 7,7% le ore versate dalle 805 imprese iscritte. Nel medio periodo, rispetto cioè l'annata edile 2014-'15, si osserva un aumento medio annuo di tale indicatore dell'1,6%.

Considerata la straordinarietà che ha caratterizzato l'anno, in base ai dati disponibili al 1/2/2021, nel 2020 la Cassa Integrazione Guadagni autorizzata alle imprese della provincia di Forlì-Cesena operanti nel settore delle Costruzioni è stata rilevante (8,6% sul totale delle ore autorizzate) e ha superato i valori osservati a seguito della crisi 2008-2012.

In ultimo, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare rileva per il 2019 (ultimo anno intero disponibile) un incremento del 2,5% (su scala regionale +5,0%) della numerosità di contrattazioni rispetto al 2018 e una diminuzione nelle quotazioni dell’1,0%.

I dati provvisori del 2020, rispetto quelli definitivi del 2019, registrano una diminuzione del 2,8% nel numero di contrattazioni residenziali provinciali (-5,8% in regione) come prima conseguenza dell'emergenza sanitaria.

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