Settore avicunicolo, verso la fumata bianca per il rinnovo del contratto interaziendale
I sindacati illustrano "i punti qualificanti di questo accord"o, che verrà presentato nelle assemblee al giudizio dei lavoratori, nelle prossime settimane
Dopo una lunga trattativa, partita lo scorso gennaio, le organizzazioni sindacali Fai - Flai – Uila di Forlì-Cesena, assistite dalle Rsu della delegazione trattante, e Confcooperative Forlì-Cesena, hanno raggiunto una ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto interaziendale del settore avicunicolo della provincia, che riguarda oltre 5.000 addetti per i prossimi 4 anni (2018-2021). "L’intesa è stata possibile grazie al buon andamento del settore e da una consolidata pratica di relazioni sindacali, che ha permesso il rinnovo di un accordo, che ha le sue radici fin dall’inizio degli anni ’80", evidenziano i segretari generali di categoria Fai Cisl (Francesco Marinelli), Flai Cgil (Arturo Zani e Serena Balzani) e Uila Uil (Alessandro Scarponi e Alessandro e Bandini).
I sindacati illustrano "i punti qualificanti di questo accord"o, che verrà presentato nelle assemblee al giudizio dei lavoratori, nelle prossime settimane: "maggiore controllo su ritmi e carichi di lavoro; organizzazione del lavoro; salute e sicurezza; appalti e lavoro interinale (in particolare si sono introdotte norme per la trasparenza e l’impegno ad evitarne l’utilizzo); mantenimento della garanzia occupazionale anche oltre il periodo di comporto per i lavoratori affetti da malattie di lungo decorso; miglioramenti sugli inquadramenti del personale; incremento medio del 7,5 % sul salario variabile legato agli obiettivi di qualità, redditività, produttività; e diritti di informazione preventiva e maggiore ruolo delle Rsu-Rsa".
I segretari generali di categoria esprimono "un giudizio positivo" sul risultato raggiunto, "con la consapevolezza di avere dato continuità alla rappresentanza di interessi reciproci, per un settore strategico nell’economia della provincia di Forlì-Cesena. Infatti, i dati del settore, riferiscono di come il peso del settore avicunicolo provinciale si attesti a circa il 25% del livello nazionale, e lo stato di salute del settore è dimostrato dall’aumento dei consumi di carni bianche che negli ultimi cinque anni ha fatto registrare un aumento del 24% (dati Unaitalia). Il settore continua a creare valore: 5.850 milioni di fatturato nel 2017 in crescita di circa il 7% rispetto al 2016".
Confcooperative commenta con queste parole: "Tra i punti qualificanti dell’accordo è importante sottolineare l’aumento di tutele per i lavoratori sia in termini di salute e sicurezza sul lavoro che in termini economici, sforzo ritenuto necessario anche quando le condizioni di mercato e di bilancio non lo renderebbero opportuno, perché la cooperazione da sempre è impegnata a sostenere soci e lavoratori rimanendo attenta ai loro bisogni oltre i meri calcoli economici. Infatti in questi casi si tende a ripartire valore economico di cui neppure si dispone. Proprio in merito al tema salute, va sottolineato che il settore avicunicolo della cooperazione da anni effettua investimenti significativi finalizzati alla riduzione del problema delle malattie professionali. Allo stesso modo, l’aumento del salario variabile legato al raggiungimento degli obiettivi di qualità, reddittività e produttività esprime come lo spirito di tutela del territorio, proprio e caratteristico della cooperazione, prevalga sulle logiche comuni di mercato del lavoro".