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Economia

L'analisi del Cisal: "In aumento le imprese fallite nel 2013 in provincia"

Nel primo trimestre 2013 in tutta Italia i fallimenti delle imprese avevano toccato il record di 3.500 , in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2012

Sono state ben 78 le imprese di Forlì-Cesena fallite, nel corso del 2013, la cifra più alta degli ultimi quattro anni, se si esclude il 2011 , che aveva visto il boom di 81 cessazioni di attività (sono state 72 nel 2010 e 75 nel 2012). Ma queste cifre non sono veritiere, perchè all’interno di molte società si contano in alcune  compagini azionarie vari soci che falliscono anche a titolo individuale. La media forlivese è elevatissima anche su scala  regionale se si conta che – ultimi dati  del 2011 - in Emilia Romagna sono fallite 899  imprese, ovvero 20,9 ogni 10mila aziende attive sul territorio regionale. Un’incidenza che colloca la nostra regione  al 9° posto della classifica nazionale.

Nel primo trimestre 2013 in tutta Italia i fallimenti delle imprese avevano toccato il record di 3.500 , in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2012. A fornire questi sconfortanti dati è Salvatore Malerba, segretario regionale e provinciale Cisal, il sindacato che , attraverso il proprio Ufficio studi, ha condotto fine anno un’analisi dei dati provenienti direttamente dal Tribunale di Forlì.

“Negli ultimi anni - si lamenta il segretario regionale Cisal - s’è parlato dei fallimenti che hanno avuto vasta eco sui mass media come Sapro e Seaf , ma si dovrebbe guardare con più attenzione al tessuto economico locale costituito per lo più di piccole e medie imprese.Secondo stime  attendibili in generale, e dunque anche nel nostro territorio, quasi un fallimento su tre è stato causato dai ritardi nei pagamenti spettanti alle aziende. Ovvero gli imprenditori di Forlì-Cesena che hanno portato i libri contabili in Tribunale sono stati costretti a farlo a causa dell’impossibilita’ di incassare in tempi ragionevoli le proprie spettanze. O perchè i clienti che dovevano pagare le fatture di un servizio o un bene regolamente ricevuto sono a loro volta fallite. E’ una spirale senza fine e ancora non si vede la luce in fondo al tunnel”.

Richiamandosi ai dati del libro bianco di Movimprese/Infocamere che vedeva al 31  marzo dell’anno scorso 43.857 imprese (delle quali 39.266 attive) “registrate” alla Camera di Commercio di Forlì-Cesena e nel 1° trimestre 2013 soltanto  827 imprese iscritte a fronte di altre 1.283 che cessavano attività, con un saldo fortemente negativo (-456 unità, contro il -328 del 2012), per Malerba "il numero complessivo di fallimenti e il saldo negativo relativo al primo trimestre 2013 che verrà ricordato come il peggiore di tutti i primi trimestri dall’inizio della crisi, superando anche  quello del primo trimestre 2009, che può ritenersi il primo intero anno coinvolto nella crisi ci devono far riflette chiaramente sullo stress che vivono le imprese e ci devono spingere a leggere con realismo il perdurare di questa crisi economica che sta mettendo a rischio il sistema imprenditoriale provinciale nel suo complesso".

"Urgono provvedimenti urgenti da parte degli enti locali , delle associazioni imprenditoriali e datoriali e delle fondazioni bancarie per fare rete e varare misure di sostegno alle imprese locali. Noi come sindacato autonomo, il quarto sindacato d’Italia, faremo la nostra parte segnalando ogni  ‘stortura del sistema’ od ogni limitazione dei diritti dei lavoratori, l’anello più debole della catena economica/produttiva ”: conclude il segretario regionale e provinciale Cisal.

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