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Economia

Sale la 'febbre' dei saldi, Confcommercio: "Ogni famiglia spende in media 230 euro"

L'indagine di Confcommercio: "Primavera nera, l'auspicio è che almeno in questi saldi riparta la corsa allo shopping"

Sale l'attesa come ogni anno, per i saldi estivi che sono ai nastri di partenza. Sabato è infatti la volta di Cesena, dei comuni del comprensorio, della provincia e della Regione. Cesenati a caccia di occasioni fino al 30 agosto.

"Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio e del nostro osservatorio cesenate – rimarca il direttore di Confcommercio cesenate Giorgio Piastra - quest'anno per l'acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media poco meno di 230 euro, circa 100 euro pro capite - per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro. Anche nel nostro territorio, purtroppo, le vendite di primavera sono letteralmente saltate, creando una condizione di disastro economico per le imprese e sarebbe legittimo invocare lo stato di calamità per il settore che è fortemente condizionato dalla stagionalità insita nei prodotti di moda. I saldi estivi valgono circa il 12% dei fatturati dei fashion store. L'auspicio è, quindi, che almeno in questi saldi riparta la corsa allo shopping e si possa riscontrare un'effervescenza dei consumi anche se i nostri commercianti possono solo sperare di ‘fare cassa', ma non certo di recuperare una stagione mai partita".

“Ciò premesso – prosegue il direttore Giorgio Piastra – tradizionalmente nel nostro territorio i saldi rappresentano un'occasione di ulteriore fidelizzazione della clientela e si accompagnano a tante iniziative in tutti i Comuni comprensoriali per ravvivare centri storici e quartieri periferici, attraverso l'intrattenimento e lo shopping, con i commercianti direttamente protagonisti per vivacizzare l'offerta urbana durante l'estate”. In un'ottica di totale trasparenza e fiduciarietà nel rapporto con la clientela”.

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi i base.   Ad esmpio sui cambi: "la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme In questo caso scatta l'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto".  Sulla prova dei capi: "non c'è obbligo. E' rimesso alla discrezionalità del negoziante, sui pagamenti : le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante".  

Sui prodotti in vendita: "I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Per quanto riguarda l'ndicazione del prezzo c'è l'obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale".

Confcommercio segnala, inoltre, le varie iniziative promosse sull'intero territorio nazionale da Federazione Moda Italia, come "Saldi Chiari", "Saldi Trasparenti", "Saldi Tranquilli" proprio per ottimizzare questa grande reciproca opportunità fornita dai saldi di fine stagione per negozianti e clientela.

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