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Riforma del lavoro, critiche dalle imprese artigiane

La riforma del lavoro da poco diventata legge è stata analizzata a un partecipato seminario tecnico tenutosi il 4 luglio alla sala convegni della sede Confartigianato di Cesena

La riforma del lavoro da poco diventata legge è stata analizzata a un partecipato seminario tecnico tenutosi il 4 luglio alla sala convegni della sede Confartigianato di Cesena a cui ha preso parte il direttore nazionale delle Relazioni Sindacali di Confartigianato Riccardo Giovani. “Confartigianato – mette in luce il vicesegretario Giampiero Placuzzi - ha partecipato con attenzione, vigilando e proponendo, al confronto sulla riforma del mercato del lavoro, ora in Parlamento dopo una lunga e complessa fase di elaborazione".

"La riforma approvata non soddisfa le imprese e la Confartigianato anche se è stato un poco corretto il tiro rispetto al pessimo disegno di legge da cui sono scaturiti i correttivi, ma il giudizio resta negativo. Un vizio d'origine mina il provvedimento ed è il fatto che non viene modificata l'impostazione della struttura del diritto del lavoro da più di 60 anni costruita a misura della grande impresa, nonostante il 75% dei dipendenti in questo Paese sia impiegato nelle piccole imprese.  Ciò che continua a mancare anche nel nuovo dettato legislativo è quella flessibilità a lungo richiesta da chi ogni giorno lavora fianco a fianco con i propri collaboratori, in luogo di un anacronistico schema fordista che  rappresentare sempre più un fardello soprattutto per le aziende che vogliono assumere.
La rigidità è infatti ancora presente in questa riforma nello strumento di ingresso al lavoro che risente di un eccessivo fardello burocratico. Inoltre si riscontra un'incertezza normativa in più punti della legge e molti punti sono oscuri”.

L'auspicio della Confartigianato e delle imprese emerso nel seminario e rimarcato dal direttore giovani, anche tenendo conto della rassicurazione del Governo, è che a settembre sia possibile rimettere mano al provvedimento migliorandolo e correggendolo nella sua impostazione ancora troppo ingessata.

“Il problema anche per le imprese del Cesenate  -rimarca Placuzzi - non è licenziare, ma tornare ad assumere e l'interesse delle imprese è di avere nelle nostre aziende giovani motivati e formati e che vivano il loro ingresso nel mondo del lavoro come occasione di crescita personale. Per questo Confartigianato si è battuta per mantenere e garantire la valenza formativa dell'apprendistato, conservandone la forza originaria che unisce teoria e pratica nel percorso di formazione, un percorso spesso difficile e che incorpora
non solo nozioni tecniche, ma esperienza di lavoro concreto. Anche durante la crisi non è venuta meno la capacità dell'artigianato italiano di innervare il sistema economico e sociale. Ma serve una legislazione del lavoro che favorisca questa potenzialità invece di inibirla”.

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