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Economia

Post covid, Confcooperative: "Serve concertazione sui territori per una progettazione a lungo termine"

A lanciare un appello al mondo delle istituzioni locali e della politica è il presidente di Confcooperative Forlì-Cesena, Mauro Neri

"I giovani stanno pagando cara la pandemia sia in termini di opportunità lavorative che economiche". Per questo "serve una progettualità d’insieme e pluriennale che su modelli economici e sociali nuovi ripensi lo sviluppo della  Romagna, con particolare attenzione ai giovani". A lanciare un appello al mondo delle istituzioni locali e della politica è il presidente di Confcooperative Forlì-Cesena, Mauro Neri. "Il Covid e il conseguente lockdown hanno pesantemente colpito l’economia con forti ripercussioni sulle aziende e i lavoratori a cui il Governo a cercato di porre rimedio con aiuti indispensabili nella fase di emergenza, che hanno dato ossigeno ai singoli, alle famiglie e alle imprese - premette Neri -. Come Confcooperative abbiamo cercato di individuare ogni opportunità per farla cogliere alle nostre cooperative e ai loro soci e lavoratori".

"Adesso però serve una progettualità d’insieme e pluriennale che su  modelli economici e sociali nuovi ripensi lo sviluppo della  Romagna, con particolare attenzione ai giovani - sottolinea -. Soprattutto i giovani stanno pagando cara la pandemia sia in termini di opportunità lavorative che economiche. Grazie all’opera del Governo l’ Italia è destinataria di una serie di misure e stanziamenti da parte dell’Ue  che potrebbero portare nelle casse circa 250 miliardi di euro,non regalati, ma da restituire da parte delle future generazioni. Al Governo ovviamente il compito di delineare le linee guida su cui impostare lo sviluppo futuro del nostro Paese. Sanità di territorio,digitale, ambiente e territorio, beni comuni, infrastrutture, scuola ricerca e innovazione".

Nei Territori, i partiti politici, i corpi intermedi e le parti sociali devono saper coinvolgere  l’intera società civile ed in particolare i giovani per generare un pensiero forte capace di mobilitare la creatività e sviluppare le peculiarità di ogni territorio - continua Neri -. Per raggiungere questo obbiettivo è necessario attivare dei "forum territoriali" che focalizzandosi sulle linee programmatiche dell’Unione Europea e del Governo ricerchino, attraverso il dialogo, un minimo comune denominatore di sviluppo territoriale. Credo che questo approccio inclusivo possa essere di successo assicurando che tutti i cittadini prendano parte ad un nuovo "rinascimento". Come ha detto Papa Francesco “la cosa peggiore di questa crisi sarebbe il fatto di sprecarla”. Per questo ci vuole una classe politica  sociale ed economica all’altezza della sfida".

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