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Pnrr, Patrignani: "Zero interventi anti-sismici per le chiese romagnole, ma le crepe sono come quelle emiliane"

"Confcommercio cesenate esprime vicinanza alle diocesi romagnole auspicando che l'azione riequilibratrice, come si legge, del cardinal Zuppi possa sortire effetti al Ministero dei beni culturali", commenta Patrignani

"Non crediamo come Confcommercio cesenate sia casuale che le diocesi della Romagna non abbiano ottenuto alcun intervento antisismico finanziato con i fondi del Pnrr, al contrario di quelle emiliane che ne hanno ricevuti per 42 chiese e luoghi di culto. Una sperequazione incredibile che ribadisce un situazione più volte denunciata da Confcommercio cesenate, e non solo lei, in questi decenni: la subalternità della Romagna rispetto all'Emilia. In questa evenienza addirittura totale, al punto da rimanere sbalorditi". Lo afferma Augusto Patrignani, presidente Confcommercio cesenate, intervenendo sul tema caldo delle ultime ore.

"Confcommercio cesenate - prosegue il presidente - prima di tutto esprime vicinanza alle diocesi romagnole auspicando che l'azione riequilibratrice, come si legge, del cardinal Zuppi possa sortire effetti al Ministero dei beni culturali, anche se sorprende che ad essa si debba ricorrere per riparare a una concessioni di fondi del tutto sbilanciata in un solo versante: l'opera diocesana, religiosa ed educativa, concorre alla coesione sociale e alla qualità delle vita del territorio ed è per questo che siamo accanto al nostro vescovo Regattieri e anche agli altri delle diocesi di Romagna: se ci sono crepe nelle chiese romagnole, hanno lo stesso valore e la stessa necessità di essere riparati di quelli delle chiese emiliane".

"In queste settimane - dettaglia ancora Patrignani - è stato rilanciato il dibattito sull'assetto istituzionale più indicato per potenziare funzioni, poteri e risorse della Romagna, a riprova che la condizione attuale non è soddisfacente, altrimenti non si auspicherebbe una istituzione unica e integrata. Per Confcommercio cesenate prima di tutto è sui contenuti che bisogna confrontarsi e su che cosa si vuole esattamente ottenere: per noi deve essere la posta in palio massima, cioè una Romagna che possa sprigionare tutta la sua potenzialità e non sia unicamente gregaria. Che sia il Provincione da taluni evocato, o altro - bisognerà ragionare bene - serve una istituzione forte e con poteri e serve che la Regione Emilia Romagna, che finora non ha messo bocca sul dibattito relativo ad un assetto più funzionale a valorizzare la Romagna, dica qualcosa e faccia capire se appoggia o se nicchia e glissa. Perché, in casi come questo, non esiste silenzio assenso: chi tace dissente".

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