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"Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi": festività in tavola nel segno della tradizione

"La scelta pasquale degli agriturismi – commenta Coldiretti Emilia Romagna – sarà guidata soprattutto dal desiderio di riassaporare i piatti delle tradizioni locali legati alla festa pasquale"

La Pasqua a metà aprile costituisce la data ottimale per i turisti che vogliono passare la festività di primavera in agriturismo. In Emilia Romagna più di 25 mila sono attesi nei 1.200 agriturismi della regione. Lo comunica Coldiretti regionale sulla base dei dati dell’associazione agrituristica Terranostra, secondo cui quest’anno la presenza negli agriturismi soprattutto il lunedì di Pasquetta, tradizionale giorno dedicato alle scampagnate, si contenderà le presenze con i turisti che sceglieranno il ponte del 25 aprile.

TRADIZIONE - "La scelta pasquale degli agriturismi – commenta Coldiretti Emilia Romagna – sarà guidata soprattutto dal desiderio di riassaporare i piatti delle tradizioni locali legati alla festa pasquale. Finita la Quaresima, un tempo periodo di astinenza dal cibo, in tutta la regione Pasqua si distingue per i suoi ricchi piatti a partire dai dolci. Sicuramente il dolce più tipico è la pagnotta pasquale della zona romagnola, in particolare dell’alta valle del Savio, dolce pasquale a doppia lievitazione che un tempo veniva mangiata la mattina di Pasqua insieme con l’uovo sodo benedetto".

PRIMI PIATTI - A questa pagnotta, a Sarsina (Forlì-Cesena) viene dedicata una sagra nelle due domeniche che precedono le festività. Tra i primi piatti trionfano le lasagne, con qualche alternativa di paste ripiene tipiche di alcune province dell’Emilia (come i cappelletti a Reggio), e con la prevalenza di un piatto in brodo in Romagna, spesso passatelli, ma anche la “tardura”, termine che in romagnolo significa “tritatura”, una pasta in brodo che ha ingredienti simili a quelli dei passatelli (uova sbattute, pangrattato, parmigiano) ma che viene realizzata mescolando gli ingredienti che poi vengono versati nel brodo di carne, ottenendo un minestra fatti di piccoli grumi.

AGNELLO E CONIGLIO SUI PIATTI - Il secondo piatto in tutta l’Emilia Romagna è costituito prevalentemente dall’agnello che nella tradizione regna soprattutto sulle tavole della Romagna, ma che più di recente ha fatto l’ingresso anche in Emilia dove però non manca il recupero di una tradizione più antica, legata a piatti di coniglio alla cacciatora e alla faraona arrosto. Il coniglio alla cacciatora e in porchetta è tipico anche della pietanza pasquale nel riminese, in alternativa dall’agnello. Il tutto innaffiato con vino locali, dal Gutturnio al Lambrusco, dall’Ortrugo al Sangiovese, passando per l’Albana, il Pignoletto e la Malvasia.

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