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L'Unione europea "benedice" la piadina romagnola: ora è Igp

Si tratta di un traguardo importante per due produzioni di qualità, il cui valore aggiunto è rappresentato proprio dalla forte identità territoriale

Salgono a 41 i prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna che consolida in questo modo il suo primato italiano ed europeo, come territorio con il più alto numero di produzioni agroalimentari a qualità certificata e importante voce del made in Italy. Gli ultimi due prodotti ad aver ottenuto il riconoscimento della Commissione europea sono la Salama da Sugo Igp e la Piadina Romagnola Igp, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, entrambi del 24 ottobre.

Si tratta di un traguardo importante per due produzioni di qualità, il cui valore aggiunto è  rappresentato proprio dalla forte identità territoriale. Un traguardo raggiunto ancora una volta grazie al gioco di squadra  tra le Istituzioni e il mondo produttivo. Con il riconoscimento della Denominazione d’origine protetta e dell’Indicazione geografica protetta le produzioni che non rispettano il  disciplinare potranno essere sanzionate. Una garanzia sia a tutela dei produttori che dei consumatori. La "Piadina Romagnola Igp" è uno dei simboli della Romagna e la sua reputazione si intreccia con la storia e le tradizioni locali. Fu il poeta Giovanni Pascoli a ufficializzare il termine “piada”, definendola alimento antico «quasi quanto l’uomo» e « pane nazionale dei Romagnoli».

Il disciplinare di produzione riconosciuto dall’Unione europea differenzia le diverse tipologie di piadina romagnola, disponendo un’etichettatura specifica per quella alla riminese, più sottile e larga, e concedendo un’ ulteriore riconoscibilità alla piadina romagnola ottenuta con processi per la maggior parte manuali, tipica dei chioschi. Gli ingredienti per tutte le tipologie sono comunque gli stessi: farina, acqua, sale, grassi, lievito. Non è consentito l’uso di conservanti, aromi e altri additivi. Identica anche l’area di produzione che corrisponde al territorio delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e, in parte, di Bologna. In questo modo si garantisce il rispetto di regole comuni e si argina l’incidenza crescente delle produzioni ottenute fuori dalla Romagna.

CONSORZIO DI PROMOZIONE - Soddisfatto il Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, che ha promosso e sostenuto il lungo e difficile percorso per ottenere questo storico riconoscimento. “L’Igp non è la vittoria del Consorzio ma di tutta la Romagna: della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti tipici – afferma il presidente Elio Simoni – Da tanto, troppo tempo abbiamo assistito a tentativi di imitazione al di fuori dei nostri confini, senza poter far nulla in merito. Ora abbiamo uno strumento normativo per intervenire. Solo la vera "Piadina Romagnola Igp" sarà contraddistinta dal simbolo dell’Unione Europea e dal proprio speciale contrassegno, ed i consumatori saranno certi di acquistare un prodotto controllato, garantito e di qualità”. “Ringrazio tutte le Istituzioni che ci hanno sostenuto in questa battaglia – prosegue Simoni -: la Regione Emilia-Romagna in primis, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, le associazioni Confartigianato e Cna della Romagna che hanno creduto fin da subito in questo progetto, e ci hanno affiancato e supportato e tutt'ora svolgono un ruolo fondamentale per la migliore realizzazione del progetto stesso”.

L'ITER - Complesso e di lungo corso l’iter che ha portato all’Igp. Dopo più di 10 anni di battaglie, finalmente nel dicembre del 2012 la domanda di registrazione è stata inviata alla Commissione Europea. Il 21 maggio scorso, dopo più di 17 mesi di indagini, esami ed approfondite analisi la Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, ha chiuso l’istruttoria e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione come IGP della Piadina Romagnola/Piada Romagnola. È stato l’atto che ha certificato il rispetto di tutti i requisiti richiesti per la registrazione. Per arrivare all’ultimo tassello bisognava attendere altri tre mesi, nel caso qualcuno degli altri Paesi membri dell’Unione avanzasse delle eccezioni in merito, situazione non verificatasi. E così quello che è stato chiamato il “cibo di strada” della Romagna, la Piadina Romagnola, celebre in tutto il mondo per la semplicità degli ingredienti, e la versatilità negli abbinamenti, da oggi ha una marcia in più destinata a lasciare il segno negli anni a venire e alle generazioni future.

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