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Patrignani (Confcommercio): "Il decreto 'Cura Italia' non è sufficiente, serve molto di più"

"Confcommercio ritiene che il decreto Cura Italia non sia sufficiente. Serve molto di più. Chiediamo tanti altri provvedimenti, fra cui una più ampia ed inclusiva moratoria fiscale"

Come si muove un corpo intermedio al servizio delle imprese nell’emergenza Coronavirus?Lo spiega Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio cesenate.

"Mantenendo nervi saldi e assicurando il massimo apporto possibile a favore non solo degli associati ma del paese. Confcommercio si è da subito messa accanto alle imprese e al Paese che la linea non può che essere una: contrastare il virus in tutti i modi e costruire da ora la ripresa supportando tutti coloro che sono colpiti durissimamente da questa emergenza. In queste due lunghe, interminabili settimane i vari decreti governativi e le delibere regionali hanno assunto una escalation di provvedimenti che hanno bloccato in buona parte l’attività produttive perché, giustamente, la priorità è la salute e salvare vite umane. Il nostro staff, buona parte in smart working, è al lavoro senza sosta per indirizzare le imprese alle normative in continua variazione e per azionare le tre leve fondamentali a favore delle aziende: gli ammortizzatori sociali, il differimento dei pagamenti e delle scadenze fiscali, il ricorso al sostegno del credito e degli incentivi. Una sforzo senza precedenti. A tutti i livelli Confcommercio sta assicurando il massimo della propria operatività e nessuno deve essere lasciato solo".

"Il dramma di queste giornate, le tante morti sono ogni giorno, quando viene diramato alle 18 il bollettino dei contagi e dei decessi, procurano dolore e angoscia ai familiari delle vittime, e a tutti noi. Sappiamo che nel dopoguerra non abbiamo mai vissuto una situazione come questa, ma ci risolleveremo. Stiamo a casa, rispettiamo le prescrizioni e ringraziamo chi lavora per noi. Chi lo fa in prima linea negli ospedali e chi nelle retrovie, ma neanche tanto, per assicurare i servizi fondamentali. Tra questi, i nostri commercianti, gli alimentaristi, i farmacisti, gli autorasportatori, altri ancora. Commoventi, per lo spirito di servizio. Altri sono fermi, bloccati nel loro lavoro, in varie gamme, dai pubblici esercizi a numerosi generi commerciali. Il nostro cuore e il nostro pensiero va anche a loro. Non possono lavorare e vanno dunque eccezionalmente sostenuti. A questo proposito Confcommercio ritiene che il decreto Cura Italia non sia sufficiente. Serve molto di più. Chiediamo tanti altri provvedimenti, fra cui una più ampia ed inclusiva moratoria fiscale e non è realistico prevedere una ripresa dei pagamenti già dalla fine del mese di maggio ed in non più di cinque rate. E non può essere poi dimenticato il tema dell’impatto dei tributi locali. C’è un’emergenza sanitaria, prioritaria, e c’è un’emergenza economica e sociale da affrontare fin da ora".

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