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Economia

"No al ritorno dei voucher": i sindacati preparano la mobilitazione

Il 24 luglio partirà da Cesena una delegazione di lavoratori guidata dal segretario della Flai Cgil Arturo Zani per partecipare al presidio

A seguito del moltiplicarsi degli annunci, anche da parte di numerosi esponenti del Governo, sulla volontà dell’esecutivo di modificare la normativa vigente che regolamenta l’utilizzo dei voucher in agricoltura, le segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila hanno indetto la mobilitazione della categoria per il 24, 25 e 26 luglio. Negli stessi giorni, lavoratori e delegati provenienti da tutta Italia presidieranno la Camera dei Deputati durante la discussione del Decreto Dignità. Il 24 luglio partirà da Cesena una delegazione di lavoratori guidata dal segretario della Flai Cgil Arturo Zani per partecipare al presidio.

"La proposta di introdurre i vouchers in agricoltura è inaccettabile e incomprensibile rispetto a quelle che sono le motivazioni dichiarate dal governo che hanno portato alla emanazione del Decreto Dignità - afferma Arturo Zani -. Oggi i vouchers possono essere utilizzati solo per studenti e pensionati che svolgono pochi giorni di lavoro. Generalizzare questa possibilità prefigura  una ulteriore deregolamentazione a tutto danno dei lavoratori occupati nel settore. Non è accettabile pensare di ridurre la precarietà e, contemporaneamente, ampliare l’utilizzo dei voucher rispetto a quanto già previsto dalla normativa, in un settore nel quale il 90% dell’occupazione è stagionale e a chiamata, con la maggiore flessibile che esista". 

I voucher nel settore agricolo, sono già disciplinati dalla legge numero 96 del 2017. Da quando la legge ha introdotto trasparenza attraverso un sistema telematico di gestione, l’utilizzo dei voucher è sceso in maniera drastica e, guarda caso, sono aumentate le giornate di lavoro dipendente retribuite regolarmente dalle aziende. "Non siamo disponibili a tornare indietro” dichiara Zani “a quando i voucher venivano utilizzati da troppe aziende come salvacondotto da mostrare in caso di ispezioni in azienda - conclude -. La loro generalizzazione, nel nostro settore, spalanca le porte agli abusi, al lavoro nero, a forme di sfruttamento disumano ed al caporalato. Per questo lotteremo con tutte le nostre forze, insieme alle altre organizzazioni sindacali, affinché il governo abbandoni questa idea. Diversamente anziché il governo del cambiamento quale dice di essere, diventerebbe il governo della restaurazione in mano alle lobby economiche".

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