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Manovra Monti, l'allarme degli agricoltori: "molte tasse niente sviluppo"

Gli agricoltori sono pronti a fare la loro parte, ma sono dell'idea che l'eccessivo carico di tasse senza azioni di rilancio per il settore, non sia sopportabile dalle aziende agricole già alle prese con una lunga crisi

Gli agricoltori percepiscono il grave momento di crisi dell’Italia e sono pronti a fare la loro parte, ma sono dell’idea che l’eccessivo carico di tasse senza azioni di rilancio per il  settore,  non sia sopportabile dalle aziende agricole già alle prese con una lunga crisi strutturale. Lo sostiene il Gruppo trasversale agricoltori, il ‘contenitori’ di operatori del settore nato al di fuori delle classiche organizzazioni professionali.

“Possiamo accettare l’aumento dei contributi previdenziali, e in parte anche l’IMU (tassa sugli immobili) per la casa – ammettono gli agricoltori -, ma tassare i fabbricati agricoli strumentali all’attività sarebbe chiedere troppo agli agricoltori. Diventa inevitabile una riflessione in ordine ai dubbi di legittimita’costituzionale del provvedimento, perche’ quella “capacita’ contributiva” sancita dalla Costituzione, secondo cui tutti devono concorrere alle spese dello Stato,  impedisce di fatto agli agricoltori di poterlo fare in ragione della loro progressiva riduzione dei redditi, come dimostrano tutti gli indicatori ufficiali, nazionale e comunitari”.

I trasversali sostengono che “per salvare l’ Italia non possiamo condannare definitivamente l’ agricoltura italiana. Siamo di fronte a una “battaglia” puramente sindacale che le nostre organizzazioni professionali dovrebbero affrontare convintamente  e in modo unitario”. Ma accade il contrario: “Anche questa volta non si capisce il perché , le associazioni marcino in ordine sparso o addirittura in alcuni casi non ne parlino proprio, in nome di una presunta “responsabilità””.

“Se anche stavolta non riescono a darsi una strategia unitaria, per cercare di limitare i danni della “stangata” c’è proprio da chiedersi se vale la pena “tenere in vita” 4 associazioni – aggiungono i trasversali - o sarebbe meglio operare dei tagli (restando in tema di economia) e smettere di pagare certe tessere sindacali. Siamo pienamente convinti che sia giunto il momento per gli agricoltori di dare una vera svolta alla rappresentanza sindacale”.

“A peggiorare ancor più la situazione bisogna sottolineare il fatto che ci hanno escluso per ora dalle agevolazioni per lo sviluppo – dicono ancora i trasversali .-, quindi con questa manovra molte tasse e niente in cambio, quando si potrebbero fare molte azioni a costo zero per le casse dello stato, che darebbero qualche certezza in più a noi agricoltori (tagli alla burocrazia, semplificazione, regolazione dei mercati, ecc.)”.

“In questo difficile momento per il nostro paese, le associazioni agricole hanno il dovere di darci un segnale tangibile – aggiungono -; diversamente questa sarebbe l’ ennesima prova che non sono degne di essere chiamate tali”.

“Infine rileviamo che ancora una volta la politica (regionale in questo caso), fa demagogia pubblicizzando i tagli alla burocrazia in agricoltura – critica il Gta - mentre sta solo spostando alcune pratiche poco importanti per non dire quasi inutili,  ai centri CAA delle professionali agricole;  qualche associazione ha chiesto l’abolizione di queste pratiche perché superflue, ma alcune paiono “soddisfatte” di questa azione. Probabilmente si intravede un ulteriore entrata finanziaria per le proprie casse a dispetto delle “regole” di buon  sindacalismo che dovrebbe chiedere la cancellazione o perlomeno, la riduzione della burocrazia?”
 

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