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Trasloco del Macfrut, Patrignani riprende la battaglia: "Lottare fino all'ultimo"

"Confcommercio ritiene che sia un atto di autolesionismo rinunciare a Macfrut senza colpo ferire, sudditanti rispetto a scelte magari prese altrove. Della serie: facciamoci del male!": Corrado Augusto Patrignani, presidente Confcommercio cesenate, riprende la guida del fronte dei contrari

“Confcommercio ritiene che sia un atto di autolesionismo rinunciare a Macfrut senza colpo ferire, sudditanti rispetto a scelte magari prese altrove. Della serie: facciamoci del male!”: Corrado Augusto Patrignani, presidente Confcommercio cesenate, riprende la guida del fronte dei contrari al trasloco dei Macfrut, dopo la pausa per non “turbare” l’edizione 2014 del Macfrut.

Per Patrignani “il destino del Macfrut  e nello specifico un suo eventuale spostamento da Cesena a Bologna deve essere posto al centro di un confronto serio in cui tutte le componenti cittadine possano esprimere la loro posizione ed è necessario che anche il consiglio comunale dica la sua con un atto ufficiale. Cesena deve capire chi vuole che Macfrut resti e chi vuole che Macfrut vada via. Per Confcommercio cesenate, contraria al fatto che Cesena perda un brand che ne tiene alto il nome nel mondo grazie a oltre 30 anni di impegno e crescita della manifestazione fieristica divenuta di assoluta valenza internazionale, questo deve essere il percorso prima che venga ufficializzata qualsiasi decisione”.

Ed ancora: “Quanto a noi, siamo contrari a quella che definiamo una indebita spoliazione. Ma non lo siamo a prescindere, senza ragionare,  in ossequio al vecchi vizio del campanilismo. Innanzitutto non confondiamo le parole. Difendere le proprie eccellenze non significa essere campanilisti, ma semplicemente avere a cuore la sorte della propria città, della comunità che ci vive e lavora e dello sviluppo economico. Non è una presa di posizione di pancia, ma di testa e di cuore, che anche autorevoli politici come il viceministro Olivero, intervenuto al Macfrut, ha avvallato quando ha rimarcato nei giorni scorsi che gli enti fieristici più grossi non devono fagocitare le attività di successo di quelli di più ridotte dimensioni.  E anche altri amministratori della stessa Regione Emilia Romagna hanno in qualche modo ribadito lo stesso concetto”.

“Quando si dice, inoltre, che la rassegna organizzata a Bologna manterrebbe comunque la sua regia operativa a Cesena si cade in un’altra contraddizione: la separazione tra testa e corpo generalmente provoca guasti e anomalie. Perdita del brand e del suo valore inestimabile, rinuncia a un indotto importante, inevitabile declassamento del ruolo di Cesena nel panorama ortofrutticolo, vale a dire lo specifico della vocazione produttiva territoriale e di una città che conta colossi nel settore imprenditoriale; durissimo contraccolpo per il sistema territoriale provocato dal depauperamento e dall’uscita di Cesena dai circuiti internazionali.  Se i politici non possono nulla o non vogliono nulla per salvare Macfrut a Cesena, viene da chiedersi: a che servono i politici?”

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