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La pizzeria vuole allargarsi con qualche tavolino sotto il portico, ma il condominio lo nega

Mentre tutti i locali con spazio all'esterno si apprestano ad aprire, c'è anche chi deve rinunciare perché gli abitanti del condominio in cui si trova il locale non hanno dato il permesso

Mentre tutti i locali con spazio all'esterno si apprestano ad aprire, c'è anche chi deve rinunciare perché gli abitanti del condominio in cui si trova il locale non hanno dato il permesso. E' il caso di Joseph Fresegna, titolare della pizzeria Lucullo, in corso Cavour che, pur avendo la possibilità di mettere sei o sette tavolini sotto la galleria davanti al suo locale, deve rinunciare a lavorare in presenza perché il condominio non glielo permette.

"Sono rimasto molto male della decisione presa dai condomini - spiega Fresegna - anche perché avevo promesso loro, tramite una lettera,  di rimettere i tavolini dentro al locale alle 21.30 e quindi il problema di schiamazzi inopportuni non si sarebbe verificato e non avrebbe provocato disagi a nessuno. In questo modo avrei ripreso a lavorare a un ritmo un po' più sostenuto di come sto facendo da mesi, con il solo asporto, e sarei potuto rientrare con le spese. Era un modo anche per rimettermi in pari con le rate condominiali, rimaste indietro proprio a causa delle mancate entrate durante questo anno di covid".

La lettera in cui veniva chiesto il permesso di utilizzare lo spazio nella galleria Cavour dalla pizzeria Lucullo è stata spedita dalla Confcommercio  dall'amministratore del condominio, il quale l'ha girata ai proprietari delle due palazzine che compongono il condominio Cavour e l'esito, purtroppo, è stato negativo. Sembra che solo due proprietari si siano schierati dalla parte dell'imprenditore. Gli altri, per la paura di schiamazzi in galleria e per il fatto che sia un porticato e non una piazza aperta, hanno detto no. "Non me l'aspettavo proprio questa mancanza di sensibilità nei confronti di chi non lavora a pieno regime ormai da oltre un anno - continua Fresegna - E' vero che abbiamo continuato con l'asporto ma è poca cosa confronto alla normale attività di pizzeria. Eppoi ora che gli altri locali apriranno coi tavoli all'aperto anche l'asporto, su cui potevamo contare finora, calerà drasticamente. E noi siamo già in grandissima difficoltà. Non vorrei essere costretto a mandare a casa il pizzaiolo e l'altro ragazzo che lavora con noi, ma, purtroppo, se continua così non avrò scelta. Sto aspettando ancora dei soldi dallo Stato e chissà se arriveranno mai..." 

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