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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Liquidazione col segno più per la cooperativa, ma freddo e gelate hanno colpito pesantemente alcuni prodotti

Nonostante il calo dei volumi a causa del freddo (-23 % di prodotto), è cresciuto il valore netto del liquidato attestato su 10 milioni e 863.000 euro, con una media al chilo incrementata del 32%.

Il freddo e le gelate hanno pesantemente colpito alcuni prodotti interessati dalla liquidazione autunnale, con un calo percentuale dei volumi conferiti del 23%, essendo il totale ritirato di 148.000 quintali di prodotto rispetto ai 193.000 dell’anno precedente.   Nonostante il calo di prodotto, il valore netto della liquidazione si è attestato su 10 milioni e 863.000 euro, in crescita quindi di un + 1,2% e con una media al chilo che ha segnato un incremento del 32%.  La terza liquidazione delle quattro che caratterizzano il percorso dei conferimenti di Apofruit interessa in prevalenza mele del Gruppo Gala, pere autunnali (William), uva senza semi, kaki e susine angeleno.  

“Siamo di fronte a risultati soddisfacenti anche se non per tutti i soci in maniera omogenea – dichiara il presidente della cooperativa Mirco Zanotti – Alcune zone hanno ottenuto buone performance produttive, altre sono state maggiormente colpite dalle gelate. Analogo discorso si può fare per i prodotti: tra questi le più colpite sono le pere autunnali con conferimenti più che dimezzati”.  

Soddisfazione quindi per questa liquidazione, nonostante l’annata depauperata sul fronte dei quantitativi.  Per le pere autunnali ovvero la William è stato davvero un anno horribilis, al gelo si sono aggiunte le problematiche delle parassitosi fungine come la Maculatura e l’attacco della cimice asiatica.  L’uva seedless bio e convenzionale è invece l’unico prodotto di questo paniere autunnale in crescita sui quantitativi; stabili le mele, in leggera diminuzione i volumi per i kaki. 

“Anche in questa occasione Apofruit ha provveduto ad assicurare tempi rapidi di pagamento ai propri soci e ha liquidato entro fine marzo tutti i prodotti autunnali, contestualmente ad un consistente secondo acconto sui prodotti invernali – sottolinea il direttore generale Ernesto Fornari – Va inoltre precisato che i risultati, comunque buoni, ottenuti in questa liquidazione sono frutto di un miglioramento organizzativo e di efficienza della cooperativa in tutte le zone produttive.  Non era per niente scontato, dopo il gelo e il freddo, raggiungere questi valori di liquidazione”.  

In merito a mele e pere per il secondo anno consecutivo la cooperativa ha scelto di valorizzare il prodotto proveniente dagli impianti coperti con un 5% del valore della 1°cat., considerando che la copertura degli impianti frutticoli preserva qualità e quantità delle produzioni, sia per il produttore che per la Cooperativa. Premessa importante prima di considerare i valori che hanno interessato questi due prodotti.  

Mele Gruppo Gala  

La liquidazione autunnale ha interessato le mele del Gruppo Gala, con un volume totale conferito di 32.000 quintali. Diversi i prezzi medi tra i differenti areali produttivi, che lo ricordiamo sono l’Emilia Romagna, il Veneto, il Friuli, il Trentino e la Valtellina, tuttavia, se si escludono i calibri inferiori al 70, i risultati si sono allineati alle buone performance del 2020. Sul Gruppo Gala va precisato che si opera con listini diversi per area, perché se in pianura si premia la precocità del prodotto, nelle aree di alta quota come Trentino, Valsugana e Valtellina si valorizza e premia la maggiore conservabilità dei frutti. Il prezzo medio di liquidazione del prodotto convenzionale va dai 30 cent. al chilo per i cloni più datati fino ai 50 centesimi per quelli più performanti. Per il prodotto biologico i valori si sono attestati tra i 70 e gli 85 centesimi al chilo.  

“Per questo gruppo si è confermato di grande importanza il rinnovamento varietale – dichiara il presidente Zanotti – A parità di valori di liquidazione tra le diverse aree, risultano infatti medie di liquidazione significativamente diverse e performance superiori nei cloni più nuovi, mentre le varietà tradizionali nel tempo tendono a regredire dal punto di vista qualitativo”.  

Sul fronte mercato sul comparto melicolo, come precisa il direttore commerciale Mirco Zanelli “si è sentita l’influenza negativa della forte produzione europea e dei paesi dell’est, che stanno orientando la loro produzione verso l’Europa centrale, accentuata a seguito dell’inasprimento della situazione socio-politica” 

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