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Operai, informatici, camerieri: mancano i candidati. In provincia è in difficoltà una impresa su due

Nel 61% dei casi viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma ancora in 52 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati

I dati forniti dalla Camera di Commercio della Romagna confermano le grosse difficoltà delle imprese del territorio a trovare personale. Gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, per il trimestre maggio-luglio sono 42.270, secondo Excelsior Informa, il Bollettino mensile con orizzonte trimestrale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Anpal e dalle Camere di commercio italiane.

Su base nazionale, gli ingressi previsti nel mese di maggio sono 467.000, di cui il 9,5% (44.400) in Emilia-Romagna, oltre un punto percentuale (p.p.) in più rispetto al mese scorso. Il 26% del dato regionale, pari a n. 11.560 ingressi previsti, attiene all’area di competenza della Camera di commercio della Romagna, ancora in crescita rispetto al mese precedente di ulteriori 2,8 p.p.. L’incidenza dei contratti a tempo determinato si mantiene elevata e pari all’85% per Rimini (+2 p.p.) e al 78% per Forlì-Cesena (costante).

Per quanto riguarda le entrate i 5 principali settori di attività, in valore assoluto, risultano i Servizi di alloggio/ristorazione/turismo per entrambe le province, il Commercio e i Servizi alle persone (secondo e terzo posto a Forlì-Cesena, posizioni ribaltate a Rimini), i Servizi operativi e di supporto alle imprese e alle persone (quarti a Rimini e quinti nel forlivese-cesenate), le Costruzioni mentre (quarte a Forlì-Cesena) e i Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (quinti a Rimini).

Per la provincia di Forlì-Cesena, l’indagine rileva, per il mese di maggio, 4.140 assunzioni previste, con una variazione sullo stesso mese 2022 di +380 unità, e 14.040 per il trimestre maggio-luglio, con +1.770 sull’analogo periodo dello scorso anno.

Le entrate previste si concentrano nel settore servizi 76% (+4% rispetto ad aprile), che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone, e per il 69% nelle imprese con meno di 50 dipendenti (+6%).

Nel mese di maggio, una quota pari al 33% delle assunzioni previste riguarderà giovani con meno di 30 anni (+4% rispetto ad aprile); il 21% delle imprese prevede di assumere personale immigrato (+4%).

Nel 61% dei casi viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma ancora in 52 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Il focus di questo mese è dedicato alle difficoltà di reperimento registrate dalle imprese, in media pari a Forlì-Cesena al 52% e a Rimini al 41% delle entrate previste a maggio, ma che ammontano in valore assoluto rispettivamente a 2.165 unità e 3.042 a Rimini. In un contesto positivo di maggiori entrate in maggio rispetto allo stesso mese del 2022 di 380 e 1.220 unità è interessante scomporre le difficoltà e il mismatch comunque riscontrati dalle imprese tra gap quantitativo e qualitativo.

In provincia di Forlì-Cesena suddividendo i gruppi professionali tra Dirigenti, Impiegati, Operai, le difficoltà del 65%, 48% e 63 % sono attribuibili alla mancanza di candidati, rispettivamente, per il 38%, 33% e ben 42%. La preparazione inadeguata pesa invece sulle difficoltà per percentuali inferiori ma comunque rilevanti ovvero 20%, 14% e 18%.

Più nel dettaglio, la mancanza di candidati, in percentuale rispetto alle previsioni di assunzione, si registra in particolare per le professioni di: Attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno, 58%, Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica, 56% Tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni, 52% Medici, 52% Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, 47% Esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione, 43%.

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