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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

La stagione 'nera' dell'ortofrutta, con la produzione in calo in picchiata anche i prezzi

Una stagione caratterizzata da problemi sanitari e di concorrenza sleale, oltre che da notevoli avversità meteorologiche

La stagione 2019 è stata caratterizzata da una minore produzione e da una riduzione dei prezzi medi della frutta estiva rispetto alle già difficili annate precedenti. Tutto questo, associato ad un ridimensionamento, in atto da tempo, delle superfici coltivate, a specifici problemi sanitari e di concorrenza sleale e alle notevoli avversità meteorologiche, rendono centrale e critico il tema della redditività dei produttori locali. Questo in sintesi quanto emerge dai dati rilevati dalla Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, in collaborazione con l’apposita Commissione prezzi.

La Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, attua un monitoraggio continuo dell’andamento dei prezzi in agricoltura nella provincia di Forlì-Cesena, grazie anche al lavoro delle Commissioni prezzi che settimanalmente implementano il listino. La loro attività, puntuale e assidua, consente di monitorare le quotazioni dei prodotti agricoli lungo tutto il corso dell’anno, fornendo informazioni indispensabili per la trasparenza del mercato ortofrutticolo e, nel caso specifico di questo comunicato, una fonte di dati imprescindibile, per analizzare le dinamiche del settore frutticolo locale. 

Analizzando i dati relativi all’andamento dei prezzi della frutta estiva nel territorio di Forlì-Cesena, si evidenzia una flessione delle quotazioni e una contestuale minore produzione conseguente alle avversità meteo-climatiche e sanitarie verificatesi nella tarda primavera e in estate; la pezzatura dei frutti risulta ridotta e la qualità inferiore ai periodi precedenti (con effetti diretti sul corso dei prezzi). Ci si trova dunque di fronte ad una stagione di scarsa produzione e di qualità contenuta, che si associa alla riduzione delle superfici coltivate, in atto già da diversi anni e al conseguente spostamento produttivo verso colture autunnali.

“La frutticoltura estiva ha sempre rappresentato un asset importante della nostra agricoltura; purtroppo il 2019 è, invece, un anno molto difficile per il settore che ha subito rilevanti avversità climatiche, attacchi di parassiti e insetti (da ultimo la cimice asiatica) e importazioni, da Paesi comunitari, di prodotti a prezzi spesso sotto il costo di produzione - commenta Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di commercio della Romagna -. In particolare, la peschicoltura romagnola, che fino a 15 anni fa era stabilmente affermata nei mercati europei e aveva prodotto ricchezza e benessere nelle nostre campagne e reso caratteristico il nostro territorio, si trova ora in una difficile situazione che non sembra trovare soluzioni. Per la Romagna che vuole distinguersi per la qualità della vita, puntando su un insieme di caratteristiche e specificità, fra cui anche la qualità delle produzioni alimentari, è quanto mai necessaria un’attenzione particolare verso questo importante comparto per ricercare soluzioni, creare prospettive e non disperdere valore, esperienza e competenze distintive”.

I dati 

In provincia di Forlì-Cesena, la frutticoltura e, in particolare le produzioni di Pesche e Nettarine si qualifica come specializzazione e vocazione territoriale, sebbene da anni superfici, quantità e valore siano in ridimensionamento. Gli ultimi dati disponibili (anno 2018, fonte ISTAT e Servizio territoriale agricoltura - Emilia-Romagna) riportano, infatti, una superficie agricola dedicata (SAU) a tali produzioni pari a circa 2.850 ettari (-10,2% rispetto al 2017) per 26,9 milioni di euro di PLV (produzione lorda vendibile) a valori correnti, che costituisce il 30,8% della PLV frutticola provinciale e il 5,3% di quella totale (elaborazioni Camera della Romagna).

Con riferimento a pesche e nettarine, gli operatori del settore, per la stagione 2019, riportano una produzione in diminuzione, pezzatura ridotta e quotazioni in flessione. I dati riportati nel listino prezzi della Camera della Romagna ed elaborati dall’Ufficio Informazione economica (media equiponderata dei prezzi dei gruppi di prodotti nelle settimane di quotazione e confronto con il medesimo periodo del precedente anno) mostrano una contrazione del 31,2% del prezzo medio delle pesche gialle e del 32,2% delle nettarine gialle. Per le pesche, il prezzo medio della stagione si è attestato a 0,3460 euro/kg (prezzo base riconosciuto al produttore, senza IVA o sussidi, N.d.R.), con un campo di variazione tra 0.3050 e 0.4050 euro/kg. Per le nettarine, il prezzo medio stagionale è stato pari a 0,3515 euro/kg, con un campo di variazione tra 0.2750 e 0.45 euro/kg.

In linea generale, la quotazione media di pesche e nettarine (tutte le varietà aggregate) per la stagione 2019 è stata pari a 0,3487 euro/kg, mentre lo scorso anno il prezzo medio fu di 0,5106 euro/kg (-31,7%). 

L’attuale livello dei prezzi è considerato dagli operatori del settore non pienamente remunerativo dei costi di produzione, considerando le differenti situazioni dei produttori e la dinamica delle quotazioni nelle settimane di rilevazione.

Nella stagione estiva 2019, risultano in flessione anche le quotazioni medie di albicocche (-39,4%, prezzo medio di riferimento stagionale 0,4952 euro/kg) e susine (-22,6%, prezzo medio di riferimento stagionale 0,3363 euro/kg). 

Gli operatori del settore sono concordi nell’affermare che, negli ultimi anni, la crisi nel comparto frutticolo ha prodotto una selezione severa dei coltivatori: chi è rimasto rappresenta, ad oggi, l’eccellenza dei produttori in tutti i sensi. Si è pertanto assistito ad una costante attività di innovazione di prodotto e di processo (miglioramento degli impianti, adozione di tecniche di coltivazione all’avanguardia, rinnovo delle varietà); investimenti che necessitano di una tendenziale remunerazione economica, allo stato attuale non pienamente realizzabile.

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