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La crisi resta, ma aumenta il numero di imprese in provincia

Secondo Movimprese, banca dati di Infocamere, alla fine del 2010 le imprese "registrate" presso l'ente camerale di Forlì-Cesena sono risultate 44.791, delle quali 40.538 attive. Un incremento dell'1%

I tassi di crescita delle imprese registrate alla Camera di commercio, relativi al 2010 (elaborati al netto dell’agricoltura e depurati dall’effetto prodotto dalle cancellazioni d’ufficio) mostrano una variazione positiva dell’1,02% per la provincia, dell’1,14% per l’Emilia-Romagna e dell’1,72% per l’Italia. Secondo Movimprese, banca dati di Infocamere, alla fine del 2010 le imprese “registrate” presso l’ente camerale di Forlì-Cesena sono risultate 44.791, delle quali 40.538 attive.

 

Nel corso dell’anno si sono iscritte 2.832 imprese e ne sono cessate 2.729 (dato al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo risulta pertanto positivo (+103 unità). Questi dati segnalano un’inversione di tendenza rispetto al 2009, quando si era registrato un saldo negativo (-256).

 

La differenza è dovuta sia ad un aumento delle iscrizioni (2.832 nel 2010 contro 2.619 nel 2009), sia ad una diminuzione delle cessazioni (2.729 nel 2010 contro le 2.875 del 2009).
Fra i settori più significativi, quanto a numerosità delle imprese attive, si rileva una moderata crescita del commercio (+0,4%) che costituisce il 27,1% delle imprese attive (al netto dell’agricoltura). Risultano invece sostanzialmente stabili le costruzioni (-0,1%), che rappresentano il 20,9%. Il settore manifatturiero locale, comparto che ha subito in modo rilevante l’impatto della crisi economica, continua nel trend di diminuzione (-1,7%); la sua incidenza a livello provinciale è pari al 12,5%.
 

Seguono per incidenza i settori “alloggio e ristorazione” (8,3% sul totale), in crescita dell’1,4%; le attività immobiliari (incidenza del 7,8%), con una crescita del 2,6%; “altre attività di servizi” (incidenza del 5,4%), con +1,0%; “trasporti e magazzinaggio” (incidenza del 5,1%), che continua nel suo trend di forte diminuzione (-3,4%).
Prosegue infine il calo delle imprese agricole, con un tasso del –2,6% rispetto al 2009. Un po’ meno pronunciata la diminuzione del settore in Emilia-Romagna (-2,3%) e a livello nazionale (-2%).
 

I dati confermano quanto già registrato l’anno precedente: la situazione di crisi ha determinato, per tutti i livelli territoriali, il consolidamento del sistema produttivo nelle sue componenti strutturalmente più robuste: le società di capitali (in provincia il 17,4% delle imprese attive non agricole). Quest’ultima forma giuridica registra una crescita pari a +4,6%, superiore al dato regionale (+2,3%) e a quello nazionale (+2,8%). L’incidenza provinciale resta comunque minore di quella regionale (21,1%) e nazionale (20,7%). 
Per quanto riguarda le altre forme giuridiche, le ditte individuali, pari al 55,1% delle imprese (54,5% in regione, 57,5% in Italia), sono diminuite dello 0,8%. Le società di persone, pari al 25% del totale (22,1% in regione, 19,3% in Italia), sono rimaste stabili (-0,1%). Infine, al 31/12/2010, le imprese artigiane attive risultano 13.751 (-1,7% rispetto al 2009); la movimentazione è stata di 953 iscrizioni e 1.200 cessazioni (saldo: -247).
 

 

 

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