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La crisi non dà tregua: fatturato, produzione e ordini in calo

Nei primi tre mesi del 2013 si approfondisce la fase recessiva che ha caratterizzato tutto il corso del 2012. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo

Nei primi tre mesi del 2013 si approfondisce la  fase recessiva che ha caratterizzato tutto il corso del 2012. Fatturato, produzione e ordini sono risultati in deciso calo. A soffrire maggiormente sono state le piccole imprese, che sono quelle più orientate verso il mercato interno, che è stato penalizzato dalla riduzione di consumi e investimenti. Sono queste alcune indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2013 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.

La tendenza negativa interessa tutti i settori e le classi dimensionali. Anche la domanda estera ha dato segnali di appannamento e le esportazioni hanno subito un rallentamento, segnale preoccupante che proietta ulteriori ombre sull’evoluzione dei prossimi mesi. Nella sostanza, il dato congiunturale trimestrale, ancora più negativo di quello lasciato in eredità dal 2012, suscita preoccupazione anche perché non si intravvedono prospettive immediate di ripresa. La produzione in volume dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è diminuita del 4,7 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012, in termini più accentuati rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (-4,3 per cento).

Il fatturato a valori correnti ha subìto una flessione del 4,8 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012, più ampia rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-4,3 per cento). Al calo di produzione e fatturato, non è rimasta estranea la domanda che ha accusato una flessione del 5,3 per cento, in misura superiore al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-4,8 per cento). La negatività degli indicatori è stato il tratto comune di tutti i settori e dimensioni di impresa. In questa situazione di difficoltà, anche le esportazioni hanno accusato una stasi, interrompendo la fase positiva in atto dai primi mesi del 2010. I primi tre mesi del 2013 si sono chiusi infatti con una diminuzione tendenziale dell’1,5 per cento, a fronte della crescita prossima al 2 per cento riscontrata nei dodici mesi precedenti.

Tutto questo si collega ad una diminuzione dell’occupazione: secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, il primo trimestre del 2013 si è chiuso in termini negativi, consolidando la fase calante in atto dai primi tre mesi del 2012. L’occupazione è diminuita del 4,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012 (-2,5 per cento in Italia), per un totale di circa 22.000 addetti. Per quanto concerne la movimentazione avvenuta nel Registro delle imprese, nel primo trimestre del 2013 il saldo fra iscrizioni e cessazioni dell’industria in senso stretto è risultato negativo per 692 imprese, in misura uguale all’analogo trimestre del 2012 (-691).

La consistenza delle imprese attive, pari a fine marzo 2013 a 48.436 unità, è apparsa in diminuzione del 2,0 per cento rispetto allo stesso periodo del 2012. Da questa tendenza negativa si è distinto il solo comparto energetico, le cui imprese attive sono aumentate. Sotto l’aspetto della forma giuridica, la novità più saliente è stata rappresentata dalla nuova battuta d’arresto delle società di capitale, dopo un lungo periodo di crescita.

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