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L'appello di Confartigianato: "Più sostegno al lavoro agile e all'apprendistato"

Le mutate esigenze di questa fase che si indirizza al post covid - rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena formato da Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi - rendono necessario un adeguamento delle competenze professionali"

"Considerata la centralità acquisita dal lavoro agile nell’organizzazione del lavoro di tutte le imprese, occorre, da un lato, evitare di irrigidire per via normativa la regolamentazione di tale modalità di lavoro e, dall’altro, prevedere incentivazioni economiche per le piccole e medie imprese che intendano dotarsi delle necessarie attrezzature per attivare in maniera organica ed organizzata il lavoro agile". Lo chiede Confartigianato Federimpresa Cesena, che propone anche di incentivare l'apprendistato.

"Le mutate esigenze di questa fase che si indirizza al post covid - rimarca il Gruppo di Presidenza Confartigianato Cesena formato da Daniela Pedduzza, Stefano Ruffilli e Marcello Grassi - rendono necessario un adeguamento delle competenze professionali. Occorre, in primo luogo, incentivare il ricorso all’apprendistato, quale strumento necessario per far fronte alle difficoltà per le imprese a reperire manodopera qualificata e quale canale di ingresso privilegiato nel mondo del lavoro. L’apprendistato va pertanto sostenuto attraverso il ripristino della decontribuzione totale per i primi tre anni di contratto per le imprese artigiane e in ogni caso per quelle fino a 9 dipendenti e garantendo specifici e stabili incentivi per la copertura dei costi sostenuti dalle imprese per la formazione e l’affiancamento dell’apprendista. Tali interventi potrebbero concretizzarsi, a titolo esemplificativo, attraverso una defiscalizzazione o un credito di imposta per le attività di formazione svolte in impresa, nonché attraverso un contributo volto a sostenere gli oneri connessi al tutoraggio aziendale. La crescita della managerialità delle pmi deve passare attraverso maggiori investimenti per la diffusione degli Istituti tecnici superiori, quali importanti laboratori per la formazione di nuove competenze e profili professionali che,a differenza delle Università, hanno una forte integrazione con il mondo delle imprese, assicurando un elevato tasso di inserimento lavorativo".

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