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Jobs Act, la Uil attacca: "I lavoratori giovani saranno facilmente licenziabili"

Il segretario della Uilm cesenate, Giuseppe Ballani, nel suo intervento introduttivo si è soffermato sulla situazione del mercato del lavoro, "che si conferma la più drammatica dal secondo dopoguerra"

Venerdì scorso, presso la Uil di Cesena, si è riunito il Consiglio territoriale della Uilm, categoria dei metalmeccanici, per discutere con i delegati sindacali, sulla perdurante situazione di crisi economica che grava pesantemente su lavoratori, giovani e pensionati e per dibattere sulle politiche necessarie a sostegno dello sviluppo economico, argomenti che sono stati all’origine dello sciopero generale del 12 dicembre scorso.

Il segretario della Uilm cesenate, Giuseppe Ballani, nel suo intervento introduttivo si è soffermato sulla situazione del mercato del lavoro, “che si conferma la più drammatica dal secondo dopoguerra, insistendo sul fatto che mancano scelte efficaci di rilancio della crescita economica. Nello stesso tempo il Governo a colpi di decreti, impone norme quali il Jobs Act e la Legge di Stabilità che hanno l’obbiettivo di rassicurare i poteri forti indebolendo i lavoratori in un’ottica di competitività al ribasso. Di fatto, con il Jobs Act, si colpiscono soprattutto i lavoratori giovani, che con le nuove misure di assunzione, presentate come “Tutele crescenti”, saranno facilmente licenziabili per ingiustificati motivi”. Ballani si è poi soffermato sulla contrattazione di secondo livello, sia territoriale, che sui luoghi di lavoro, “che deve sempre di più essere linea e avanguardia di attivismo sindacale e civile contro l’immobilismo in cui siamo piombati. Per queste ragioni laddove i contratti nazionali non dovessero essere rinnovati, il perno della discussione si dovrà spostare a livello aziendale e territoriale dove la presenza del sindacato risulta ancora essere radicata e forte della sua autorevolezza”.

Il segretario della Uil di Cesena, Marcello Borghetti, presente ai lavori, ha sottolineato “le contraddizioni di un Governo che fa operazioni di immagine, che non si confronta con nessuno, in una logica che divide ed è di fatto improduttiva alla luce dei dati economici drammatici che anche recentemente, sono stati diffusi”. Borghetti ha insistito poi sul fatto che “le scelte sbagliate del Governo, in mancanza di scelte di politica europea fondate sullo sviluppo, con investimenti su infrastrutture, lotta alla burocrazia, semplificazione istituzionale e razionalizzazione delle troppe società pubbliche, lotta all’illegalità, lotta a corruzione e sprechi, non solo finiscono per indebolire ulteriormente i lavoratori, ma non saranno neppure utili a risolvere i problemi occupazionali e di reddito dei cittadini”. Borghetti ha concluso ricordando che “anche nel territorio frequentemente assistiamo ad un modello che ripropone lo schema politico nazionale, fatto di molta cura dell’immagine ma di un dibattito carente sulle scelte di sviluppo del territorio”.

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