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Ispezioni nei cantieri edili ed irregolarità, Ance: "Basta operatori improvvisati che concorrono con le imprese sane"

“Da anni stiamo chiedendo a gran voce per il settore delle costruzioni un serio sistema di qualificazione delle imprese", spiega Franco Sassi

“Mi sorprende ci sia stupore di fronte a queste notizie”, così il Presidente di Ance Forlì-Cesena, Franco Sassi, commenta le ispezioni avvenute in alcuni cantieri edili della provincia, che hanno riscontrato carenze in ottica di sicurezza sul lavoro. “Da anni stiamo chiedendo a gran voce per il settore delle costruzioni un serio sistema di qualificazione delle imprese – prosegue Sassi -  non è possibile che chiunque possa andare in Camera di Commercio ed aprire una impresa edile con mille euro di capitale sociale ed accesso illimitato al mercato privato. Impresa è storia, esperienza, passione nel lavoro, vita vissuta in cantiere, maestranze con esperienze diversificate, tecnici preparati, tanti corsi di aggiornamento, ore passate a documentarsi e aggiornarsi alla ricerca di tecniche e materiali innovativi".

"Se per aprire un semplice bar occorre frequentare un corso di formazione, è impensabile che per costruire un condominio sia sufficiente una marca da bollo! Occorre dimostrare di possedere professionalità, competenze, mezzi e materiali. Se vogliamo maggior sicurezza e qualità dobbiamo avere imprese formate e professionali. L’attuale sistema crea evidentemente delle storture nel mercato, porta operatori improvvisati a concorrere con le imprese sane, storiche, organizzate e preparate. Le truffe con i bonus fiscali sono state organizzate proprio da alcune fra le migliaia di imprese impreparate, nate o riconvertite solo per sfruttare le opportunità offerte dagli incentivi, imprese neocostituite ed improvvisate (quasi 12mila in sei mesi da luglio 2021 a gennaio 2022), che hanno avuto libero accesso al mercato. Del resto, quali competenze e qualità possono portare in cantiere questi soggetti?”.

Conclude il Presidente dei Costruttori, “Urge un sistema di qualificazione delle imprese per regolamentare l’accesso ad un settore che è un asse portante dell’economia italiana, che garantisca la libertà di impresa, ma che ponga dei paletti per esercitare una professione difficile e che ha una fortissima interrelazione con la vita di tutti noi”.

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