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Economia

Mercati ambulanti fuori dai centri storici? "Discussioni fuori luogo"

L’indagine approfondisce i diversi aspetti che caratterizzano il settore del commercio su aree pubbliche nella nostra regione, affrontandoli da differenti punti di vista, tra loro complementari

Un settore in tenuta, che è ancora un punto di forza per tutto il commercio, e su cui è arrivato il momento di investire per uno sviluppo futuro all’insegna della qualità, dell’innovazione e della professionalità. Queste in sintesi le conclusioni dell’indagine “I Mercati e le sfide della competizione”, promossa da FIiva Emilia Romagna e Confcommercio Regionale e realizzata dal Centro studi Iscom Group, presentata alla presenza dell’Assessore regionale al Commercio e Turismo Maurizio Melucci.

L’indagine approfondisce i diversi aspetti che caratterizzano il settore del commercio su aree pubbliche nella nostra regione, affrontandoli da differenti punti di vista, tra loro complementari: i mercati, gli imprenditori, i consumatori e, infine, le Pubbliche amministrazioni locali, direttamente coinvolte nell’indagine. Con l’obiettivo di tracciare un profilo attuale dell’impreditore di settore e prendere coscienza delle trasformazioni che stanno investendo il comparto, anche a seguito degli importanti cambiamenti normativi intervenuti negli ultimi anni.
“Con questo lavoro – commenta Alverio Andreoli, presidente di Fiva Confcommercio Emilia Romagna e vice presidente Fiva nazionale – abbiamo voluto confermare il valore economico e sociale del commercio ambulante in Emilia Romagna che, per consistenza, radicamento, capacità attrattiva per il territorio, rappresenta oggi un settore con grandi potenzialità di sviluppo nel panorama distributivo regionale. In questi anni ci siamo impegnati come categoria, insieme alla Regione Emilia Romagna, in un percorso di qualificazione del settore basato su professionalità, sicurezza e legalità. Oggi questo impegno deve trovare una rinnovata attenzione ed un sostegno concreto da parte delle Istituzioni, a partire dalla consapevolezza che investire sulla città significa valorizzare anche il commercio su aree pubbliche”.

Con oltre 9.500 imprese attive (il 92% delle quali ditte individuali) e con 1,6 milioni di giornate di posteggio annue, il commercio su aree pubbliche si conferma come un settore di primario interesse nel panorama dell’offerta distributiva regionale. L’indagine traccia un profilo del commerciante su aree pubbliche, un imprenditore che nel 50% circa dei casi ha un’età compresa tra i 45 e i 64 anni, ed è in prevalenza di sesso maschile (72%). Il comparto è inoltre caratterizzato da una forte presenza di operatori stranieri tra gli imprenditori (41%), con un’alta incidenza di under 35.

“La dinamicità propria di queste imprese – commenta il Direttore Regionale di Confcommercio Emilia Romagna Pietro Fantini – e la loro capacità di adeguarsi con rapidità ai cambiamenti normativi, fanno del commercio su aree pubbliche un settore particolarmente adatto allo studio e alla sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo, in un’ottica di più ampia riqualificazione del territorio. Per questo – prosegue Fantini - abbiamo voluto dedicare proprio al commercio ambulante il nuovo volume dei “Quaderni del Terziario”, una collana promossa da Confcommercio regionale per approfondire le tematiche del terziario. L’indagine vuole essere anche il nostro contributo per avviare, con la Regione che ne ha patrocinato la pubblicazione, un percorso di ripensamento degli osservatori sul commercio, che valorizzi la collaborazione tra privati e pubblico con una rinnovata attenzione alle esigenze delle imprese”.

“È importante il lavoro che ha fatto Fiva – commenta l’Assessore al Commercio e Turismo Maurizio Melucci. Molte volte quando si parla di mercati degli ambulanti non sempre si ha presente il valore economico di questa attività e la capacità di animare i nostri centri storici. I mercati su aree pubbliche sono veri e propri motori economici per le nostre città, dai capoluoghi alle comunità più piccole. Alcune discussioni, sullo spostare i mercati dai centri storici, appaiono del tutto fuori luogo, non solo per ragioni economiche ma anche per motivi identitari. Non dobbiamo dimenticare che le nostre piazze storicamente sono nate per ospitare il commercio e come luoghi d’incontro. Ancora oggi, i mercati rappresentano queste funzioni. Sottolineo il numero delle imprese impegnate nella nostra Regione, 9.500 attività che, pur in un periodo di crisi economica pesante, non hanno subito rilevanti cessazioni, a dimostrazione di un settore vitale e dinamico anche nella composizione sociale degli ambulanti”.
 

Tipicità dell’offerta, promozione dei processi di ristrutturazione dei mercati in chiave innovativa, valorizzazione delle potenzialità attrattive anche in ambito turistico, qualificazione professionale degli operatori ed integrazione dell’imprenditoria straniera, queste in conclusione le sfide che il comparto dovrà affrontare nell’immediato futuro, per reinventarsi e continuare ad essere un punto di riferimento imprescindibile dell’offerta distributiva regionale. L’indagine sarà disponibile on-line, oltre che sui siti di Confcommercio Emilia Romagna (www.confcommercio-er.it) e di Iscom Group (www.iscomgroup.it) anche sul sito della Regione Emilia Romagna, che ne ha patrocinato la pubblicazione.

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