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Indagine di Cna: la crisi morde ancora e mancano concreti segnali di ripresa

La ripresa non è un motore. Per farla ripartire non basta girare la chiave. Ed infatti l’economia regionale non riparte. La conferma viene dall’ultima rilevazione di TrendER, l’Osservatorio di CNA e BCC

La ripresa non è un motore. Per farla ripartire non basta girare la chiave. Ed infatti l’economia regionale non riparte. La conferma viene dall’ultima rilevazione di TrendER, l’Osservatorio di CNA e BCC che in collaborazione con Istat ha indagato 5.040 micro e piccole imprese con meno di 20 addetti, sulla congiuntura dell’Emilia Romagna nel primo semestre 2013. Prosegue il quadro negativo, con dati preoccupanti che presentano un ulteriore indebolimento rispetto al 2012.

Il Fatturato totale tocca il livello più basso dal 2008, registrando un -6,7% rispetto allo stesso semestre del 2012. L’incertezza per le prospettive, le difficoltà finanziarie e la perdita dei margini di redditività contribuiscono a far si che nei primi sei mesi dell’anno, si registri un crollo dell’ammontare delle risorse destinate agli Investimenti col -35,5%, il valore più basso sinora registrato da TrendER e mostra come gli investimenti siano ridotti a meno di un terzo dell’ammontare registrato nel 2008.

Unico dato positivo si segnala per il Fatturato estero con il +58,9%, la cui incidenza sul totale rimane, tuttavia, ancora troppo bassa per compensare la diminuzione del Fatturato interno (-7,6%) e del Fatturato conto terzi (-7,5%). La rilevazione di TrendER registra una crescita delle spese per retribuzioni (+3,4%) ed un deciso calo delle spese per consumi (-12%).

“Mentre la dinamica delle spese da retribuzioni sembra indicare una pausa del processo di sistematico ridimensionamento di tale voce – commenta l’economista Ilario Favaretto - la decisa caduta dei consumi indica che il nuovo ridimensionamento del fatturato coincide con una ancora più decisa diminuzione dei livelli di attività produttiva e di erogazione dei servizi. Le prossime rilevazioni ci diranno se tale ridimensionamento è transitorio, oppure, come c’è da temere, sia fattore legato a scelte di riduzione strutturale della capacità produttiva. Il che vorrebbe dire: non tornare più ai livelli precedenti la crisi.”

Di certo assistiamo ad una nuova accelerazione della crisi anziché ad una sua regressione. Accelerazione che non è dovuta solo al crollo del fatturato nelle costruzioni (-10,6%) ma anche al decisivo ridimensionamento del giro d’affari nel manifatturiero e nei servizi (rispettivamente -4,7% e -5,2%). Nel manifatturiero, l’unico settore che sembra riuscito a limitare i danni è la meccanica dove il fatturato si riduce rispetto allo stesso semestre del 2012, “solo” dell’1,8%.

L’alimentare, che per due anni è sembrato costituire l’unica eccezione positiva alla condizione generalizzata di crisi del comparto, registra invece nel primo semestre 2013 un forte calo del fatturato (-14,9%), preceduto, per intensità, da quello del legno-mobile (-18%) i cui livelli di fatturato sono il segnale probabile di una decisa riduzione della capacità produttiva. Analoghe valutazioni per il sistema moda (-7,9%) i cui livelli di attività sono, ormai da troppo tempo, inferiori a quelli ante crisi.

Nei servizi si registra la decisa accelerazione negativa di quelli a persone e famiglie il cui fatturato perde l’11%. Le autoriparazioni registrano il più basso livello di fatturato (77,2), con i trasporti che presentano l’evoluzione meno negativa (calo del 3,2). Sul piano territoriale, TrendER registra dinamiche del fatturato positive solo per due aree provinciali: Modena (+4,9%) e Ravenna (+0,8%). Dinamica negativa dunque per sette province e per due di esse in modo particolare: Ferrara, dove la caduta del fatturato è del 19,2% e, soprattutto Rimini, dove si registra un -27,9%.

Le province di Bologna e Forlì-Cesena, registrano una diminuzione compresa tra il 3 e il 4%; Reggio Emilia segue con un calo piuttosto deciso (-10,4%) ma leggermente inferiore a quello complessivo della regione che è del -10,6%. Piacenza e Parma (rispettivamente -5,3% e -7,3%) segnano una decisa inversione di tendenza del semestre precedente.

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