rotate-mobile
Economia

Il vento della ripresa spinge l'economia regionale, ma per i livelli pre-Covid si deve attendere la fine del 2022

Presentato il Rapporto annuale realizzato da Regione e Unioncamere. Colla: “L'’Emilia-Romagna sta dimostrando di possedere tutto l’ingegno, la creatività, le competenze e le abilità necessarie a competere nel mondo”

Il vento della ripresa quest’anno ha rilanciato l’economia regionale. Il rimbalzo, dopo il 2020, l’anno più nero dal dopoguerra per la diffusione della pandemia, è evidente. Anche se per arrivare a un recupero pieno occorrerà attendere la fine del prossimo anno, quando l’Emilia-Romagna avrà superato il livello del Pil del 2019.

È quanto si ricava dal Rapporto annuale “Dalla ripresa ai cambiamenti strutturali: analisi e prospettive per l’economia dell’Emilia-Romagna”, realizzato in collaborazione da Unioncamere e Regione, basato anche su stime Prometeia, e presentato oggi a Bologna.

Per il 2021 si prevede una rapida ripresa del prodotto interno lordo regionale (+6,5 per cento) che proseguirà anche nel 2022, seppur su ritmi più contenuti (+3,8 per cento). I numeri della ripresa potrebbero essere ancora superiori se non si registrassero difficoltà legate all’approvvigionamento di materie prime e al costo dell’energia.

Nel complesso dei primi nove mesi del 2021, la produzione industriale è salita del 11,5 per cento rispetto all’anno precedente e il livello di attività è risultato inferiore a quello del 2019 di solo il 2,3 per cento. Il terzo trimestre a sé considerato superare il livello di attività dello stesso trimestre del 2019 del 3,3 per cento.

Gli stimoli introdotti a sostegno del settore delle costruzioni hanno reso possibile l’avvio nel primo trimestre del 2021 di un recupero andato poi accelerando e consolidandosi, tanto che nei primi nove mesi dell’anno si è registrato un notevole incremento del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2020 (+6,3 per cento). Tra gennaio e settembre il livello di attività è risultato inferiore a quello dello stesso periodo del 2019 del solo 2,1 per cento.

Nel 2020 la pandemia ha determinato un calo dell’occupazione mentre nel 2021, se si prende in considerazione la media dei primi tre trimestri, l’occupazione media regionale è in crescita dello 0,7 per cento rispetto alla media dei primi nove mesi del 2020 (14,0 mila occupati in più) anche se risulta essere ancora inferiore al 2019 (-2,0 per cento). Nella media dei primi tre trimestri dell’anno il tasso di disoccupazione statistica complessivo è pari al 5,4 per cento (3,8 per cento per i maschi e 7,3 per cento, per le femmine).

La partecipazione al mercato del lavoro in regione si conferma migliore sia del dato nazionale, sia di quello del Nord-Est. Il tasso di partecipazione (15-64 anni) è stimato nel terzo trimestre al 73,0 per cento in Emilia-Romagna, al 71,6 per cento nel Nord Est e al 65,0 per cento a livello nazionale.

“Grazie ai vaccini, il 2021 ci consegna una crescita a V mai vista. Le nostre eccellenze -ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla- hanno toccato livelli di export da record e stiamo recuperando l’occupazione persa con la pandemia. Ora dobbiamo innanzitutto continuare ad investire su istruzione e formazione, per dare risposta alla crescente domanda di professionalità a tutti i livelli che proviene dalle nostre imprese. E dobbiamo affrontare la grande sfida della transizione tecnologica e sostenibile, governandola nei tempi e nei modi giusti per tenere insieme anche i settori più deboli della nostra economia. Innovazione è la parola chiave per continuare a competere nel mondo e questa Regione sta dimostrando di possedere tutto l’ingegno, la creatività, le competenze e le abilità necessarie”.

“La pandemia – ha commentato Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna-ha accelerato e reso irreversibili molte dinamiche che erano già in atto, in primis la trasformazione digitale e tutto ciò che ruota attorno al tema della sostenibilità. Significa, per farla breve, che nella nuova normalità la capacità di coniugare crescita economica, sostenibilità ambientale e coesione sociale si giocherà su terreni differenti rispetto a quelli conosciuti sino ad ora. Ci aspetta una fase ricca di insidie e, al tempo stesso, di opportunità, nella quale saremo chiamati a percorrere sentieri inesplorati, andranno ricercati nuovi equilibri tra persone, imprese e Istituzioni, equilibri che necessariamente richiederanno una perenne riconfigurazione”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il vento della ripresa spinge l'economia regionale, ma per i livelli pre-Covid si deve attendere la fine del 2022

CesenaToday è in caricamento