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I lockdown hanno colpito duramente, le imprese della cultura calano ma non chiudono in massa

Nel 2020 in provincia di Forlì-Cesena le imprese del “core cultura” (ovvero, attività produttive che generano ricchezza e occupazione e che sono direttamente riconducibili ai settori culturali e creativi), ammontano a 1.876 unità

Nel 2020 in provincia di Forlì-Cesena le imprese del “core cultura” (ovvero, attività produttive che generano ricchezza e occupazione e che sono direttamente riconducibili ai settori culturali e creativi), ammontano a 1.876 unità: il 48,5% del totale sono attività afferenti al mondo dei servizi (architettura, design e comunicazione), il 38,6% attività di produzione di beni e servizi culturali replicabili (audiovisivo e musica, videogiochi e software, editoria e stampa), il 12,8% attività di performing arts e arti visive (quelle legate a beni e servizi culturali non riproducibili, tipo gli spettacoli dal vivo) e lo 0,1% attività connesse alla conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico. Emerge dal Rapporto “Io sono cultura 2021”, della Camera di Commercio. La situazione più difficile riguarda lavoro e ricchezza prodotta, con decrementi superiori a quelli fatti segnare dall’intera economia. Mentre le imprese, aiutate in parte dalle azioni di sostegno intraprese dal governo, mostrano la volontà di resistere e continuare l’attività. Le lunghe fasi di lockdown generale e di chiusura imposte alle attività, dovute alla necessità di contenere la pandemia da Covid-19, sono senz’altro la causa principale dell’attuale crisi del comparto.

Nel dettaglio, le imprese del “core cultura” hanno un’incidenza, sul totale delle imprese attive, del 4,5%, in linea con il dato dell’Emilia-Romagna (4,6%) e dell’Italia (4,5%). Rispetto al 2019, in provincia si rileva una diminuzione dell’1,2% delle imprese del “core cultura”, superiore a quella regionale (-0,5%), diversamente dalla sostanziale stabilità a livello nazionale (+0,2%); calano le industrie culturali (-2,0%) e le attività di performing arts e arti visive (-3,2%), mentre risultano stabili sia le industrie creative (+0,1%) sia le attività che si prendono cura e valorizzano il patrimonio storico e artistico. Riguardo al lavoro, si riscontrano 5.400 occupati nelle imprese del “core cultura” e 4.300 occupati nelle imprese del “creative driven” (imprese che, pur non facendo parte della filiera, impiegano contenuti e competenze culturali per accrescere il valore dei propri prodotti).  Gli occupati del sistema produttivo culturale e creativo, in calo annuo del 3,6% (-2,4% il totale economia), hanno un peso, sul totale degli occupati provinciali, del 5,3% (5,7% in Emilia-Romagna, 5,8% in Italia).

Nella classifica nazionale, stilata su 107 province, nel 2020 Forlì-Cesena si piazza al 39° posto per incidenza degli occupati del sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia locale (stessa posizione occupata nel 2019). Per quel che concerne, invece, la ricchezza prodotta, il valore aggiunto delle imprese del “core cultura” ammonta a 248 milioni di euro mentre quello delle imprese del “creative driven” si attesta a 236 milioni di euro. I 484 milioni di valore aggiunto del Sistema Produttivo Culturale e Creativo, in diminuzione annua del 5,5% (-3,8% il totale economia),, hanno un’incidenza, sul totale del valore aggiunto provinciale, del 4,3% (5,1% in Emilia-Romagna, 5,7% in Italia). Nella classifica nazionale, sempre su 107 province, nel 2020 Forlì-Cesena occupa il 49° posto per peso della ricchezza prodotta dal sistema produttivo culturale e creativo sul totale dell’economia locale, stabile rispetto al 2019. 

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