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Grandi numeri per Macfrut: "La Fiera è patrimonio dei cesenati"

La 28esima edizione di Macfrut si è chiusa con un bilancio pienamente positivo. A testimoniarlo i numeri: nei tre giorni di lavori sono arrivati nei padiglioni di Pievesestina oltre 22mila visitatori

La 28esima edizione di Macfrut si è chiusa con un bilancio pienamente positivo. A testimoniarlo i numeri: nei tre giorni di lavori sono arrivati nei padiglioni di Pievesestina oltre 22mila visitatori, di cui quasi 5mila (pari al 22%) provenienti 81 Paesi dei cinque continenti. Rilevante è stata la presenza straniera anche negli stand, dove su 753 espositori ben 144 sono arrivati dall’estero”, ne vanno fieri il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi ed il presidente di Cesena Fiera, Domenico Scarpellini.

“E i dati di partecipazione danno indicazioni importanti non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo: Macfrut 2011 ha potuto contare sulla presenza dei maggiori protagonisti – sia in campo imprenditoriale che istituzionale - della filiera ortofrutticola a livello mondiale.  A rafforzare ulteriormente la manifestazione ha provveduto il ricco programma convegnistico, che ha visto lo svolgimento di una trentina gli eventi tra incontri, seminari, workshop, tavole rotonde e conferenze stampa, con la presenza di una novantina di giornalisti accreditati”.

Questi risultati confermano il ruolo di primo piano assunto da Macfrut – e dalla città di Cesena, con il suo patrimonio di aziende leader nei vari ambiti dell’intera filiera - nel panorama ortofrutticolo internazionale, offrendo alla nostra città ed alle sue imprese agricole ed agroindustriali, il grande palcoscenico che meritiamo.  Rassicurati da questo, anche in una difficile fase economica come l'attuale, potremo proseguire quel percorso di valorizzazione delle nostre imprese agricole ed agroindustriali al quale lavoriamo da anni, ben sapendo di poter contare su di una fiera importante, solida dal punto di vista economico e gestionale, ma anche su una capacità consolidata, che tutti riconoscono, di rapporto "a schiena diritta" con il resto del sistema fieristico regionale e con tutti i livelli istituzionali”, confermano Lucchi e Scarpellini.

“Sappiamo di poter essere protagonisti dei processi di integrazione che, soprattutto su scala romagnola, impongono una riflessione profonda sul futuro del nostro territorio. Ma sappiamo anche, per fortuna, di poterci provare, a partire da una struttura fieristica che i cesenati, esattamente come noi, ritengono di voler proteggere come un valore non solo economico della nostra città”.
 
 
 
 
 
 

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