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Economia

Gelate, grandinate e danni ai campi agricoli, la Uila: "Servono gli ammortizzatori sociali"

Così Alessandro Scarponi, segretario dello Uila Cesena, dopo le gelate della scorsa settimana che hanno causato danni ingenti ai produttori di albicocche, pesche e pere

"Un bracciante che perde lavoro a causa di grandinate, gelate, insetti nocivi, di cosa può vivere?". A porsi l'interrogativo è Alessandro Scarponi, segretario della Uila Cesena (Unione Italiana dei Lavoratori Agroalimentari), dopo le gelate della scorsa settimana che hanno causato danni ingenti ai produttori di albicocche, pesche e pere. "Come si temeva la grande gelata è arrivata sconvolgendo i piani e il futuro di molte aziende agricole - esordisce Scarpoini -. Addirittura nel cesenate una copiosa grandinata caduta tra le ore 4 e le 5 del giorno di Pasqua ha imbiancato, come avesse nevicato, vaste aree del territorio anche a vocazione agricola.Le temperature nei giorni precedenti la Pasqua erano scese sotto le zero per poi continuare anche su -2 gradi centigradi in alcune zone mentre in alcuni areali si sono registrati anche -6 gradi centigradi".

"Nelle campagne del ravennate i danni sono stati ingenti e alcune colture sono state completamente ‘bruciate’ dal gelo - prosegue Scarponi -. Nonostante molte aziende abbiano attivato i sistemi antibrina per la difesa delle piante, il gelo ha colpito i fiori e frutticini ma secondo i tecnici agrari di importanti cooperative appare ancora prematuro fare una stima dei danni. Un settore duramente colpito che porterà conseguenze al rialzo sui prezzi per i consumatori e speriamo siano limitati i danni sull’occupazione dei braccianti per la mancanza di produzione.Ogni anno in questo periodo la stessa storia, il clima impazzito sta mettendo a dura prova la tenuta del lavoro agricolo con conseguenze pesanti sul reddito di agricoltori e braccianti. Il drastico calo della superficie agricola coltivata in Emilia-Romagna passata da 19.000 ettari a 15.000 ne è la conferma più triste".

"Si urla che mancano i lavoratori nelle campagne, che le aziende non trovano braccianti per la raccolta, ma come può una famiglia investire il proprio futuro in un lavoro a rischio? - si interroga il sindacalista -. Non ci sono tutele sociali, assicurazioni o cassa integrazione e l’esodo verso altri settori è in costante aumento anche di figure altamente professionalizzate.I braccianti stanno abbandonando l’agricoltura perché guadagnano poco e sono privi di ogni tutela. La Uila da tempo rivendica l’istituzione di ammortizzatori sociali per quei lavoratori che perdono le giornate di lavoro a causa di fenomeni endogeni quali sono le calamità naturali e le crisi di prodotto e di mercato. Un bracciante che perde lavoro a causa di grandinate, gelate, insetti nocivi, di cosa può vivere?".

"In caso di perdita di giorni di lavoro non si guadagna lo stipendio e non si mettono da parte i contributi pensionistici e nemmeno la tutela sanitaria che per i braccianti scatta con un minimo di 51 giornate - conclude -. Ecco perché più nessuno vuole andare a lavorare in agricoltura figuriamoci i giovani. La Uila rivendica con forza a tutte le parti (associazioni agricole, parti sociali e istituzioni) che il rilancio del settore agricolo e la tenuta dello stesso passa anche e soprattutto attraverso l’istituzione di tutele certe".

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