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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

"Economia del mare", un'impresa su due in provincia è nel settore alloggio e ristorazione

In provincia di Forlì-Cesena sono presenti 1.441 imprese registrate nei settori dell’economia del mare

I dati relativi all’economia del mare, la cosiddetta “blue economy”, presentati al Salone Nautico di Genova, hanno un ruolo molto importante nell’economia dell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini.

“Come ha evidenziato la Commissione Europea, la "blue economy" o “Economia del mare”, rappresenta un elemento di grandissima rilevanza per la ripresa, soprattutto per il conseguimento degli obiettivi di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Il "sistema mare", infatti, è considerato un alleato strategico per una competitività sostenibile, per la lotta al cambiamento climatico, per valorizzare la biodiversità e per avviare a soluzione i problemi connessi all'approvvigionamento energetico / idrico. A tutto ciò va aggiunto che la “blue economy” è dotata di effetto moltiplicatore, per cui ogni euro di valore aggiunto prodotto dai settori appartenenti alla filiera ne attiva altri 2 su tutta l'economia nel suo complesso – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna–. Si tratta, quindi, di un vero e proprio modello innovativo di sviluppo economico, che, proprio per queste ragioni, è stato ampiamente rafforzato nell'ambito della politica marittima integrata comunitaria, la quale, a sua volta, è stata posta al centro della nuova politica europea del “Green Deal”. Non si può, infine, non ricordare che l’importanza dell'”Economia del mare” è stata riconosciuta anche nel PNRR, che si inserisce all'interno del programma Next Generation EU, dove sono individuati specifici obiettivi e sono stanziate ingenti risorse finanziarie per gli investimenti connessi”.

Economia del mare: focus provinciale Forlì-Cesena

Al 31/12/2020 in provincia di Forlì-Cesena sono presenti 1.441 imprese registrate nei settori dell’economia del mare, che costituiscono il 3,5% del totale delle imprese registrate; tale incidenza risulta superiore a quella regionale (3,1%) e sostanzialmente in linea col dato nazionale (3,7%). Il 49,1% di queste riguarda imprese di alloggio e ristorazione, il 18,1% imprese sportive e ricreative, il 13,7% imprese della filiera della cantieristica, il 13,3% quelle ricomprese nella filiera ittica, il 3,4% attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale e il 2,4% quelle di trasporto merci e passeggeri via mare.

Il valore aggiunto dell’anno 2019, prodotto dalle imprese della “blue economy”, ammonta a 332 milioni di euro e rappresenta il 2,8% della ricchezza dell'intera economia (2,3% il peso in Emilia-Romagna, 3,0% in Italia). Il contributo più consistente è fornito dai servizi di alloggio e ristorazione (47,6% del valore aggiunto della “blue economy”), a cui seguono le attività legate alla filiera della cantieristica (30,9%), quelle di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (6,4%) e le attività della filiera ittica (6,3%). Rispetto al 2014 si riscontra un lieve calo del valore aggiunto (-0,5%), a differenza della crescita regionale (+7,7%) e nazionale (+12,4%).

Gli occupati nel 2019 nei settori dell’economia del mare sono seimila, che rappresentano il 3,3% del totale degli occupati provinciali (2,5% l’incidenza in Emilia-Romagna, 3,5% in Italia). Anche in questo caso, l'apporto principale, in termini occupazionali, è dato dai servizi di alloggio e ristorazione (56,3% degli addetti della “blue economy”), seguito dalle attività della filiera della cantieristica (24,6%), da quelle sportive e ricreative (7,2%) e dalle attività della filiera ittica (6,4%). Nel medio periodo si rileva un incremento degli occupati del 2,7%, minore della variazione positiva sia regionale (+4,5%) sia nazionale (+8,2%).

Infine, è utile evidenziare qualche dato di posizionamento con le altre province regionali e nazionali (107 nel complesso), con riferimento al peso delle tre variabili dell'economia del mare sul totale dell'economia: per imprese registrate (3,5% del totale), Forlì-Cesena occupa il 4° posto a livello regionale (dopo Rimini, Ferrara e Ravenna) e il 50° in ambito nazionale (La Spezia, Rimini e Livorno nelle prime tre posizioni); per valore aggiunto (2,8% del totale), Forlì-Cesena si colloca al 3° posto in Emilia-Romagna (dopo Rimini e Ravenna) e al 49° nel contesto nazionale (Trieste, Rimini e Genova nelle prime tre posizioni); per occupazione (3,3% del totale), Forlì-Cesena occupa la 3° posizione a livello regionale (dopo Rimini e Ravenna) e la 48° in Italia (La Spezia, Trapani e Rimini nei primi tre posti).

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