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Dehors dei locali, Confcommercio avverte: "L'abaco non metta fuori gioco i pubblici esercizi. Serve buonsenso"

"Chiediamo pertanto all'amministrazione di perseguire di concerto con la Sovrintendenza la medesima strada di Ravenna - sottolinea il presidente Malossi - , dove  hanno concordato una tipologia di dehor ambiziosa e di alto livello"

L'abaco con le nuove regole per il decoro dei dehors e del centro storico è un'opportunità per riqualificare i locali e l'area urbana a patto che prevalgano il buon senso, l'equilibrio e la valorizzazione dei pubblici esercizi e della loro offerta. Lo sostiene Fipe Confcommercio cesenate.

"Fondamentale è favorire i processi di  abbellimento e adeguamento delle padane rispettando criteri condivisi - afferma il presidente Fipe Confcommercio cesenate Angelo Malossi - ma senza penalizzare le imprese e coniugando le rispettive esigenze di decoro estetico e sostenibilità economica. Non capiamo ad esempio perché mai strutture in vetro e legno bellissime che possono essere chiuse in inverno e aperte in estate sono state concesse alla vicina Ravenna anche nelle piazze principali dalla Sovrintendenza, mentre a Cesena pare che saranno escluse e ci sono attività come il Piccolo bar in piazza del Popolo che rischia così di perdere la pedana, fondamentale per l'attività del pubblico esercizio. Si tratta di una difformità che francamente sconcerta in comuni così vicini anche perché l'attività è presente da decenni e  potrà  resistere sul mercato solo se gli sarà confermata la possibilità di avere un dehor all'esterno utilizzabile  anche in inverno, quindi non sono solo con tavoli e sedie e ombrelloni come l'abaco da quel che ci risulta prevede al momento. Si tratta di un'attività storica, da tanti decenni protagonista in piazza in cui il titolare che ha rilevato ha fatto degli investimenti che così rischiano di andare vanificati".

"Chiediamo pertanto all'amministrazione di perseguire di concerto con la Sovrintendenza la medesima strada di Ravenna - sottolinea il presidente Malossi - , dove  hanno concordato una tipologia di dehor ambiziosa e di alto livello, che prevede un rilevante investimento economico e che dà la facoltà di poter lavorare agli imprenditori che si trovano ad avere piccoli spazi interni garantendo un decoro di tutto rispetto. La Sovrintendenza deve tutelare i beni artistici, ciò è indubbio, ma l'amministrazione deve tutelare i suoi beni economici e tra questi rientrano anche i piccoli pubblici esercizi. A nostro avviso è la politica che deve trovare la quadra, armonizzando le due esigenze. Si parla sempre di sostenibilità, ma la prima sostenibilità è quella del lavoro delle persone, non dimentichiamolo".

"Quanto al suolo pubblico tornato a pagamento nel comune di Cesena - aggiunge il presidente Malossi - ciò che non ci ha convinto nelle procedure adottate dall'amministrazione è il metodo. Dopo incontri su incontri che stavano portando ad altre decisioni, l'amministrazione ha intrapreso in autonomia e senza collegialità una strada che non condividiamo e lo ha fatto a ridosso della scadenza dell'esonero dal pagamento. Nel merito il ripristino sia pure mitigato del canone a carico delle imprese in una fase ancora di straordinaria criticità, in cui debbono in gran parte rientrare nei debiti realizzati durante il covid, non ci sembra una scelta lungimirante. Su entrambi i fronti, l'abaco e il costo del suolo pubblico, ci auguriamo che si possa fare meglio".

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